Egregio Direttore nel pieno dell'emergenza corona virus, del quale vengono puntualmente snocciolate cifre allarmanti mi viene spontanea una riflessione. Il virus da quel che...
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nel pieno dell'emergenza corona virus, del quale vengono puntualmente snocciolate cifre allarmanti mi viene spontanea una riflessione. Il virus da quel che si sa è partito dalla Cina e per posta aerea è emigrato. Possibile che abbia scelto proprio gli aeroporti italiani per fare scalo e da lì propagarsi? Perché no Francoforte, Parigi, Zurigo? Ho l'impressione che qualcuno in Europa bari pesantemente sui numeri. Però mi sarei aspettato che al primo allarme qualcuno nel governo avesse alzato la mano e chiesto: Europa cosa facciamo?. Almeno avremmo messo le mani avanti prima di farci massacrare.
Adriano Mariutti
Castions di Zoppola (Pordenone)
Caro lettore,
non so se qualcuno abbia barato. Certamente l'Europa come comunità ha brillato per molti giorni per la sua assenza ed altrettanto certamente qualche Paese europeo ha colpevolmente sottovalutato il problema e ha cercato di addossare all'Italia la responsabilità della diffusione del virus, indicandoci al mondo intero come gli untori (il video dei francesi di Canal plus sarà difficile da dimenticare) Oggi sappiamo che, secondo gli stessi esperti tedeschi, il primo caso di contagio in Europa si è verificato in Germania a gennaio e da lì si è poi diffuso in Italia e nel resto del Continente. E sappiamo anche che la stessa Germania, per ammissione del suo ministro della Sanità, ha forse più focolai dell'Italia e della Francia. La realtà è una sola: siamo tutti minacciati e colpiti dal virus. Quanto prima ogni Paese europeo ne prenderà piena consapevolezza, meglio sarà per tutti. L'Europa finora si è mossa in ordine sparso e scomposto. Troppi Paesi hanno fatto credere ai loro cittadini che il problema era di qualcun altro. Una strategia miope e che ha fatto perdere tempo prezioso a tutti. Se l'Europa vuole avere un ruolo, se vuole continuare a esistere come comunità e come istituzione di governo comune, deve assumersi responsabilità chiare e precise. E capire che, con ogni probabilità, questa è l'emergenza più grave e la sfida più decisiva della sua storia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino