Il virus è naturale o artificiale? Quesito suggestivo. Ma forse sono altre le domande che dovremmo porci

Il virus è naturale o artificiale? Quesito suggestivo. Ma forse sono altre le domande che dovremmo porci
Egregio Direttore, c’è un dubbio che ci rode dentro: quel virus della pandemia, da dove è partito? Da una manipolazione in un laboratorio e una sua fuga dallo stesso con...

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Egregio Direttore,
c’è un dubbio che ci rode dentro: quel virus della pandemia, da dove è partito? Da una manipolazione in un laboratorio e una sua fuga dallo stesso con modalità sconosciute? Oppure volute? Sono legittimi dubbi che vengono elaborati dal nostro cervello in continua ricerca di una risposta. Ma continuando, quel virus che ha mietuto tante vittime, è artificiale oppure naturale dovuto ad una sua evoluzione, da una miscela di concause, da situazioni contingenti e incontrollabili?. Sfuggito dai laboratori cinesi di Wuhan, oppure da uno dell’ Occidente?. Consoliamoci comunque perché si hanno notizie “ rassicuranti”: in Cina stanno sviluppando un vaccino che dopo le dovute sperimentazioni cliniche e le necessarie garanzie di sicurezza ed efficacia, sarà accessibile a tutti. Insomma, scoperta da premio Nobel. Ma non facciamoci illusioni, potrebbero spuntare in un futuro prossimo i vari Covid-20, Covid-21 e via elencando. Il virologo francese Didier Raoult aveva previsto l’attuale pandemia. Aveva messo in guardia tutti dei nuovi agenti infettivi. Ma è stato criticato e deriso.

Giacomo Mella 
Pordenone

Caro lettore,

saranno gli scienziati a risolvere i suoi suggestivi dubbi sull’origine del Covid 19. Per ora la larghissima maggioranza del mondo accademico ha spiegato che non esiste alcuna evidenza scientifica che il virus sia artificiale, che sia cioè non un prodotto della natura, ma il risultato di un’operazione di ingegneria genetica. Poiché non ho strumenti conoscitivi né competenze tecniche per confutare questa tesi, non ho ragione alcuna per dubitarne. In tutta franchezza le dirò anche che non è, in questo momento, un interrogativo che mi appassiona particolarmente. Altre, forse più banali ma anche più concrete, sono le domande che mi pongo. La prima: se davvero in autunno, come in molti prevedono, ci sarà una nuova ondata di contagi. E se, in tal caso, saremo in grado di reagire con incisività e prontezza, cioè se saremo capaci di contrastare e fermare la diffusione del virus senza ricorrere alle misure drastiche di questi mesi. Un altro quesito riguarda il costo economico e sociale di questa emergenza. E l’onda lunga della sua portata negativa. Centri statistici e studi di ricerca hanno già sfornato previsioni e stime, tutte ovviamente con davanti il segno meno. Ma molto dipenderà anche dalla nostra capacità di reazione, dall’efficace delle risposte che saremo in grado di mettere in campo. E su questo fronte devo dire che non riesco a vedere quella chiarezza di strategie e di visione che sarebbero necessarie. E questo, adesso, mi preoccupa assai che sapere se il virus sia nato in un laboratorio o in una giungla.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino