Un Paese che liberalizza l'eutanasia non è né più libero né migliore

Un Paese che liberalizza l'eutanasia non è né più libero né migliore
Egregio direttore, la Consulta non ha sentenziato nel processo Cappato, invitando il Parlamento a legiferare adeguatamente con provvedimenti appropriati. Si ripropone il tema...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Egregio direttore,
la Consulta non ha sentenziato nel processo Cappato, invitando il Parlamento a legiferare adeguatamente con provvedimenti appropriati. Si ripropone il tema etico del fine vita e l'autodeterminazione della persona: è giusto, è sbagliato? Essere liberi fino in fondo, non significa solamente avere il diritto di poter scegliere come vivere ma pure come morire. Purtroppo, causa una legislazione carente in materia perché condizionata pesantemente da interferenze vaticane, ciò non è possibile. Aleggia un colto integralismo benpensante il quale con in suo lamento moralista vorrebbe costringere il resto del mondo a subire concetti che non gli appartengono. La Corte d'Assise di Milano ha inviato l'ennesimo messaggio a chi di dovere affinché anche i sordi possano capire: il segnale trasmesso avrà sviluppi?

Silvano Lorenzon
Maserada sul Piave(Tv)


Caro lettore,

non credo di potermi considerare colto e non so esattamente cosa significhi nel 2018 essere un benpensante. Certamente non sono e non sono mai stato un integralista. Né ho l'attitudine a lamentarmi. Tuttavia faccio fatica a considerare una conquista di libertà e di civiltà, la facoltà assoluta di decidere quando e come morire. Mi pare piuttosto l'esempio più alto(o più basso) di rassegnazione a un individualismo esasperato e senza speranze. Non ne faccio un problema di fede, che pure ha la sua importanza nell'orientare le nostre scelte in campo etico. Ma di umanità. Le faccio una domanda: se lei vede un uomo che si sta buttando sotto un treno o giù da un ponte, cosa fa: cerca di salvarlo e di dissuaderlo o lo aiuta a farla finita? Immagino la prima ipotesi: perché questo ci suggerisce il nostro istinto, la nostra dimensione di uomini. E allora perché, in un'epoca in cui la medicina ha fatto passi da giganti e molte malattie sono diventati curabili, dobbiamo introdurre il diritto al suicidio e, anzi, inventarci leggi che lo facilitino? Certamente il fine vita, come sollecita anche la Corte Costituzionale, ha oggi bisogno di un inquadramento legislativo più consono e adeguato ai tempi. Ma continuo a pensare che l'eutanasia sia una sconfitta e vorrei vivere in un mondo e in un Paese che investe sulla vita, non sulla morte. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino