Celentano e l'insicurezza: benvenuto tra di noi

Celentano e l'insicurezza: benvenuto tra di noi
Egregio direttore,  dai giornali si è appreso che in questi giorni ci sono stati dei furti anche nelle case di...

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Egregio direttore, 

dai giornali si è appreso che in questi giorni ci sono stati dei furti anche nelle case di alcuni vip dello spettacolo. O per meglio dire nelle ville. Alcuni di questi vip hanno dichiarato che nelle loro splendide ville ora vivono nella paura come tanti tabaccai, piccoli commercianti o semplici cittadini che appena scende il buio si chiudono in casa. Alcuni vip sono arrivati a dire che sono pronti ad armarsi e a sparare a qualsiasi intruso. Guardie dei corpo e telecamere no bastano più per sentirsi sicuri? Furti e violenza stanno arrivando anche nei quartieri alti? I vip stanno dunque abbandonando il buonismo tanto di moda tra loro, per diventare dei realisti populisti qualsiasi?

Rudi Vido
Venezia


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Caro lettore,

non c'è nulla di più efficace di un bagno nella realtà per comprendere i problemi veri della gente. Adriano Celentano, Claudia Mori e altri personaggi dello spettacolo, in questi giorni, hanno denunciato i continui furti subiti dentro le loro abitazioni e l'insicurezza crescente con cui sono costretti a fare i conti. Un grido d'allarme che merita rispetto: tutti hanno diritto a vivere tranquillamente, soprattutto tra le mura di casa. Ma, mentre meditiamo sui legittimi sfoghi di artisti e musicisti, non dovremmo dimenticare i tanti piccoli commercianti che hanno subito nel loro negozio anche 7-8 incursioni di malviventi o tutte quelle famiglie che si sono viste entrare in casa, nella notte, banditi armati e pronti a tutto per pochi spiccioli. Uomini e donne che, forse prima di alcuni cosiddetti vip, hanno provato sulla propria pelle cosa significhi convivere quotidianamente con la paura. Affermare tutto ciò non è fare populismo né demagogia. Significa, piuttosto, ricordare che la domanda di sicurezza ci riguarda tutti e da vicino. Non è di destra né di sinistra. E' una delle più grandi, traversali e complesse questioni del nostro tempo e delle nostre città. Ed è bene ricordarsene sempre, non solo quanto si è colpiti in prima persona. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino