Le sregolatezze, i vizi e gli errori dei campioni dello sport non vanno minimizzati, ma neppure mitizzati

Le sregolatezze, i vizi e gli errori dei campioni dello sport non vanno minimizzati, ma neppure mitizzati
Caro Direttore, rimpiango i bei tempi quando divi del cinema e campioni dello sport, si mangiavano tutto sui tavoli o sulla roulette del Casinò di Venezia e poi magari si...

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Caro Direttore,
rimpiango i bei tempi quando divi del cinema e campioni dello sport, si mangiavano tutto sui tavoli o sulla roulette del Casinò di Venezia e poi magari si gettavano dentro un canale. Se invece vincevano, se la spassavano con donne e champagne fino a mangiarsi tutta la vincita. Quelli erano tempi. Emozioni vere. Invece i nostri neo ricchi del pallone si mangiano tutto e si rovinano come la vecchietta che va al bar e si prende un gratta e vinci solo perché lo fanno tutti.


Enzo Fuso
Lendinara (Ro)


Caro lettore,


mi permetta di metterla benevolmente in guardia: il rimpianto è, tra i sentimenti, uno dei più infidi e inaffidabili. Di solito rimpiangiamo il passato perché ce lo ricordiamo male o perché ci riporta ad un'altra stagione della nostra vita, che quasi sempre coincide con quella della gioventù. Come scriveva Oriana Fallaci: «La gente fa sempre così. Rimpiange il passato come se il passato equivalesse al concetto del bene e detesta il presente come se il presente equivalesse al concetto del male. Ignorando che nel passato facevano esattamente lo stesso". Potrei sbagliarmi, ma credo che valga anche in questo caso. Lei contrappone due mondi: quello di un passato popolato da eroi belli e dannati capaci di straordinarie ed esaltanti (si fa per dire...) imprese fuori e dentro il campo e quello di oggi rappresentato dai giovani campioni del pallone dediti a milionari ma assai tristi e banali "gratta e vinci". Non so quanto questa rappresentazione corrisponda alla realtà del presente e del passato. Ma soprattutto non credo che ci siano grandi differenze tra questi due realtà che lei rappresenta: sono solo due facce della stessa medaglia. Cambiano solo i tempi, i luoghi e i mezzi, non la sostanza. Ieri erano i tavoli da gioco dei casinò, oggi lo smartphone a casa propria o in qualsiasi altro luogo. Quanto alle donne e allo champagne non possiamo escludere che, in caso di lauti guadagni, fossero presenti, ieri come oggi. Proprio per questo eviterei di aggiungere altra retorica a quella che è già scorsa a fiumi sui casi Fagioli e Tonali. Nel mondo del pallone come in altre realtà dove il denaro corre in abbondanza, gli eccessi, le dissolutezze e i comportamenti irregolari, quando non illegali, non sono mai mancati. Non vanno minimizzati, ma non bisogna neppure correre il rischio opposti: ammantandoli di un'aurea mitica che non hanno e che non meritano. Questi sportivi che la natura ha dotato di straordinari talenti, dovrebbero far parlare di loro e regalare emozioni per le qualità che sono in grado di mettere in mostra, non per i loro vizi o le loro sregolatezze. Né per la capacità di buttare al vento denaro. Sono campioni ma, per molti, sono anche esempi. Non lo dovrebbero e non lo dovremmo dimenticare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino