La scarcerazione di Brusca e le rivelazioni dei pentiti: due facce della stessa (brutta) medaglia

La scarcerazione di Brusca e le rivelazioni dei pentiti: due facce della stessa (brutta) medaglia
Carissimo direttore, come essere umano e como padre non posso nemmeno lontanamente immaginare la sofferenza, il terrore, il dolore che ha provato il piccolo Di Matteo rapito,...

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Carissimo direttore,
come essere umano e como padre non posso nemmeno lontanamente immaginare la sofferenza, il terrore, il dolore che ha provato il piccolo Di Matteo rapito, segregato, strangolato e al fine sciolto nell'acido da Giovanni Brusca. La scarcerazione di quest'individuo, che i suoi compari mafiosi chiamavano u verru per sottolinearne la crudeltà, è un fatto oggettivamente comprensibile nell'ottica del contrasto alla criminalità organizzata attraverso il pentitismo ma umanamente non accettabile. Ho sentito in tv alcuni magistrati ed esponenti della sinistra difendere questa scelta per motivazioni investigative e di difesa dei diritti umani. Ma le chiedo: è ragionevole che una democrazia possa attuare una politica in campo giudiziario così impopolare e non condivisa dalla maggioranza dei cittadini-elettori? Non ci si può stupire se, alla prima elezione utile, il populista di turno dovesse stravincere.


Lorenzo Martini.
Stanghella (Pd)


Caro lettore,


la scarcerazione di Brusca con i diritti umani non c'entra nulla: l'unico diritto che questo mafioso assassino aveva era di stare in carcere a vita. La sua liberazione ha solo una spiegazione tecnica, per quanto possa apparire inadeguata questa parola di fronte agli atroci crimini commessi da Brusca. Lo Stato ha ritenuto conveniente ridurgli la pena e offrirgli delle garanzie una volta libero, avendo avuto da lui, come contropartita, confessioni e rivelazioni che hanno consentito di catturare altri criminali ed evitare nuovi morti. Lei mi chiede se non sarebbe giusto che i cittadini condividessero queste scelte di politica giudiziaria. Non è così semplice. Nessuno può ignorare l'importanza che i collaboratori di giustizia hanno avuto nella lotta ai terroristi e alle organizzazioni criminali, Cosa Nostra in particolare. Gli stessi cittadini che oggi sono (giustamente) indignati e schifati per la libertà di Brusca, probabilmente sono gli stessi che (altrettanto giustamente) hanno applaudito all'arresto di potenti boss mafiosi, resa magari possibile dalle rivelazioni di qualche altro pentito o dello stesso Brusca. Qual'e dunque la legge che andrebbe condivisa? Quella che mette in libertà un mafioso pluri omicida o quella che fa catturare altri pericolosi mafiosi? In realtà sono due facce di una stessa medaglia. Una brutta medaglia di cui, comunque la si guardi, non c'è, come Paese, da andare fieri. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino