Giuste le misure anti-smog, ma è irrealistico pensare di appiedare milioni di persone

Giuste le misure anti-smog, ma è irrealistico pensare di appiedare milioni di persone
Egregio Direttore, leggo in questi giorni di possibili blocchi in Veneto alla circolazione dei veicoli sotto l'euro 5 a partire dal prossimo anno. Per prima cosa, sarebbe...

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Egregio Direttore,
leggo in questi giorni di possibili blocchi in Veneto alla circolazione dei veicoli sotto l'euro 5 a partire dal prossimo anno. Per prima cosa, sarebbe utile capire se ci si riferisce solo a motori ad alimentazione gasolio (diesel) o anche benzina. In secondo luogo, varrebbe la pena considerare i dati forniti da Arpav nel 2019: il 68% delle emissioni di polveri sottili va attribuito alla combustione di biomasse (stufe a legna e pellet, ad esempio) e solo in parte al traffico veicolare. Perciò, per tentare di arginare il fenomeno dell'inquinamento atmosferico, diventa sicuramente più efficace controllare l'installazione e il funzionamento dei bruciatori a biomassa destinati al riscaldamento domestico. Difficile? Forse, ma almeno proviamoci!


Andrea Gusso


Venezia
Caro lettore,


il paventato blocco riguarda sia le auto diesel sia quelle a benzina, cioè le Euro 4 e le Euro 5 e come ha previsto l'Aci, se scatterà un provvedimento di questo tipo, l'80% delle automobili in Veneto e Friuli Venezia Giulia non potrà più circolare. E, com'è ovvio, ad essere maggiormente penalizzate saranno le fasce della popolazione meno abbienti e molti anziani che facendo un uso limitato dell'auto, si muovono spesso su auto un po' datate. Prevengo l'obiezione: ma lo smog è un problema serio e va affrontato, non si può continuare a rinviare. Vero. Ma, a parte la necessità di intervenire, come lei giustamente sottolinea, anche sulle altre fonti di inquinamento, ogni legge deve fare i conti con la realtà. Non si può di punto in bianco limitare drasticamente la mobilità di milioni di persone, togliere loro la possibilità di spostarsi, di andare dal medico o in un centro commerciale, con un mezzo proprio. La nostra società è organizzata sul trasporto privato assai più che su quello pubblico. Giusto o sbagliato che sia, non si può non tenerne conto. Questo non significa che tutto deve restare com'è e che le auto più inquinanti devono continuare a circolare. Niente affatto. Ma i divieti da soli non bastano. Anche perché se si rivelano, come in questo caso, poco realistici e anche difficilmente applicabili, rischiano di trasformarsi in grida manzoniane di scarsa efficacia. Se davvero si vuole intervenire con misure così drastiche, occorre farlo con maggiore gradualità e soprattutto pensare anche ad altri strumenti. Per esempio a un sistema di robusti incentivi per chi, in virtù dei nuovi provvedimenti, deve cambiare autovettura e comprarne un'altra. O all'attivazione di servizi di car sharing (noleggi breve e brevissimo termine) a costi molto agevolati per chi non può più usare la propria vettura. Certamente non si può semplicemente far scattare il semaforo rosso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino