Gli appelli alla pace non bastano: Putin tratterà solo se sarà troppo debole militarmente

Gli appelli alla pace non bastano: Putin tratterà solo se sarà troppo debole militarmente
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Caro Direttore,
ho letto e condiviso al 100% la lettera del signor  Ugo Doci pubblicata sul nostro giornale di oggi 8 ottobre. Mi complimento anche con lei per averla pubblicata, perché è una lettera che va contro al pensiero comune intorno al conflitto scatenato dalla invasione dell'Ucraina da parte della Russia, con il reale pericolo di essere additato come filo putiniano. Io, da fervente sostenitore della UE sin dalla sua origine, ma che ora mi sta deludendo non poco, spero vivamente che la società internazionale riesca a portare sullo stesso tavolo i due contendenti al più presto e prima che non sia troppo tardi per riuscire a fermare l'escalation militare che, se dovesse continuare, ha una sola via obbligata: il confronto nucleare.

C'è ragione da vendere quando Kissinger dice che La Russia ha perso, ora dobbiamo evitare l'escalation nucleare o quando Papa Francesco afferma che La guerra è una pazzia che porta alla distruzione totale. Ma possibile che l'opinione pubblica, anche italiana, resti indifferente alle minacce che incombono sulle nostre teste e quelle delle future generazioni, perché distratta ad ogni momento della giornata da intenzionate, seppur vere e tragiche, notizie del caro bollette e cara spesa?
Renzo Turato


Caro lettore,


abbiamo sempre dato spazio a opinioni molto diverse e continueremo a farlo. Credo peraltro che le sue preoccupazioni come quelle del lettore Doci siano condivise da molti cittadini italiani. Chi non sottoscriverebbe il suo auspicio di vedere seduti al tavolo russi e ucraini? Ma perché una trattativa si apra è necessario che si creino le condizioni che la rendono possibile. Le invocazioni e gli appelli, per quanto autorevoli, non bastano. Dobbiamo essere consapevoli: Putin non parteciperà mai a nessuna trattativa che lo costringa a riconoscere anche solo parzialmente le ragioni degli ucraini. Che gli imponga di liberare anche solo uno dei territori che ha annesso alla Federazione Russa con i referendum-farsa della scorsa settimana. C'è un'unica possibilità perché il presidente russo si sieda a un tavolo con intenzioni serie e con l'effettiva volontà di mettere la parola fine alla guerra che lui ha scatenato: che sia militarmente e politicamente così indebolito da non aver altra chance. Il tema è come raggiungere questo obiettivo senza innescare un escalation militare dalle conseguenze tragiche. Ma dobbiamo aver chiaro che la pace passa attraverso la sconfitta politica o militare di Putin. Non esistono alternative né terze vie.
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Il Gazzettino