Caro Direttore, i 5 Stelle si sono presentati sulla scena politica italiana come un movimento di puri. Hanno sempre rifiutato alleanze nelle elezioni politiche perché certi...
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i 5 Stelle si sono presentati sulla scena politica italiana come un movimento di puri. Hanno sempre rifiutato alleanze nelle elezioni politiche perché certi di ricevere il 51 per cento dei voti, e quindi poter governare la nazione da soli. Un sogno dannoso per gli italiani perché terrà congelati milioni di voti per molti anni. Per fare le leggi e le riforme, necessarie al paese, è indispensabile possedere una maggioranza in Parlamento. Senza una maggioranza si può solo protestare. Quindi dovrebbe essere logico, anche per il grillini, che non basta essere dei puri, bisogna risolvere i problemi concreti del Paese. E i problemi si risolvono con le alleanze. Perciò, se hanno progetti realizzabili (e non sogni...), si facciano avanti chiedendo chi è disposto a risolverli insieme. Da decenni la giustizia è lentissima e con il numero più alto di prescrizioni e condoni in Europa, la burocrazia è complicata, il debito pubblico è enorme, gli sprechi pubblici sono giganteschi (vedi gli enti inutili e altri spechi), l'evasione fiscale è immensa, la malavita organizzata molto attiva in tre regioni, la disoccupazione giovanile è la più alta in Europa dopo la Grecia. Questi sono i problemi prioritari che aspettano di essere risolti.
Franco Vicentini
Caro lettore,
i 5 Stelle hanno costruito il loro successo politico oltre che sugli errori e le inadeguatezze della classe politica, sulla loro proclamata diversità rispetto ai partiti tradizionali con cui non ritengono di dover aver nulla da spartire. Purtroppo per loro in politica l'autosufficienza non esiste o comunque ha quasi orizzonti assai ristretti. Per chiunque viene prima o poi il momento delle mediazioni e delle alleanze. Ma per i grillini questo significa rinunciare alla loro alterità e venire a patti con l'odiata, vecchia politica. Più che una scommessa, un salto nel vuoto che agli occhi di molti sostenitori del movimento, finirebbe per equiparare i pentastellati agli altri partiti. Una sorta di mutazione genetica in salsa grillina. Per compiere e gestire una svolta così impegnativa e radicale, servirebbe una classe dirigente di cui M5s non sembra disporre. Come hanno ampiamente dimostrato anche le reazioni alla sconfitta elettorale alle amministrative. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino