​Treviso, la contestazione a Renzi un "fisiologico" contrasto al potere

​Treviso, la contestazione a Renzi un "fisiologico" contrasto al potere
Caro direttore, chi c’era dietro alla manifestazione di ostilità a Treviso, in occasione della visita del nuovo premier Matteo Renzi? Renzi ha scelto Treviso come...

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Caro direttore,

chi c’era dietro alla manifestazione di ostilità a Treviso, in occasione della visita del nuovo premier Matteo Renzi? Renzi ha scelto Treviso come primissima tappa del suo mandato. Questa città è stata scelta tra tutte le altre molto più grandi, e ha avuto una insperata risonanza mediatica. Le imprese che eroicamente continuano a battersi nella crisi, le botteghe artigiane e commerciali, le aziende all'avanguardia, come la “Human Farm” di Riccardo Donadon, da lui visitate, ne hanno ricevuto un aumento di meritato prestigio.




Ebbene Renzi è stato accompagnato, insultato, minacciato e oggetto di lanci di arance. Ma Renzi non è responsabile degli sprechi della casta, nè degli errori dei governanti precedenti. Ha una sola “colpa”: essere venuto a Treviso in appoggio alla campagna elettorale di Giovanni Manildo. Alla manifestazione contro Renzi, oltre ai “forconi”, si distinguevano le camicie nere di Forza Nuova. Ebbene, chi li ha mandati? Chi c’era dietro a tutto questo?



Mario Ruffin



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Caro lettore,

mi spiace deluderla: neppure a me è piaciuta l'inutile gazzarra inscenata per la visita di Renzi a Treviso, avvenuta una settimana fa. Ma non credo che dietro i contestatori ci fosse chissà quale strategia o stratega. I militanti di Forza Nuova e gli altri contestatori hanno solo voluto sfruttare l'enorme visibilità mediatica della prima visita di Matteo Renzi nella sua veste di premier. Insomma volevano farsi un po' di pubblicità a buon mercato e, naturalmente, ci sono in un qualche modo riusciti.



Forse una gestione più oculata della "passeggiata" trevigiana di Renzi avrebbe anche evitato questi piccoli incidenti, dopodiché credo che la miglior risposta da dare ai lanciatori di arance sia quella di trattarli per quel che valgono e rappresentano: un'esilissima minoranza rumorosa. Nulla di più. Non vale neppure la pena di scandalizzarsi: in una società complessa e in profonda crisi, non solo economica, come è la nostra, le contestazioni ai rappresentanti del potere e del governo, sono fisiologiche e finché non violano i limiti previsti dalle leggi, vanno tollerate, senza enfatizzarne il valore e il significato, anche quando contrastano con il nostro sentire. Del resto non saranno tre arance a decidere il futuro di Renzi. Né a macchiare l'immagine composta e cordiale di Treviso.

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Il Gazzettino