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La diffusione del micidiale virus Marburg in alcune parti dell'Africa potrebbe trasformarsi in una significativa epidemia internazionale. La febbre emorragica, originariamente diffusa dai pipistrelli, è nella lista dei pericoli delle malattie infettive dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che potrebbero causare epidemie regionali. La notizia che il virus simile all'Ebola ha raggiunto la capitale commerciale della Guinea Equatoriale con una popolazione di circa 200.000 abitanti è preoccupante, ammettono gli esperti di malattie infettive.
Sebbene non prevedano una vera e propria pandemia, i ricercatori avvertono che uno scenario simile all'epidemia di Ebola dell'Africa occidentale del 2014 è fattibile. Quel focolaio regionale ha ucciso più di 11.000 persone in Sierra Leone, Liberia e Guinea e si è diffuso oltre i confini dell'Africa. Tuttavia, il recente successo dell'eliminazione di un'epidemia di Ebola in Uganda alla fine dell'anno scorso ha anche dimostrato che le epidemie possono essere stroncate rapidamente sul nascere con una solida sorveglianza e tracciamento dei contatti.
Sintomi
Il periodo di incubazione generalmente ha una durata di 5- 10 giorni, ma sono anche stati osservati periodi dai 2 ai 21 giorni.
Prevenzione
In caso di focolaio di MVD, l’obiettivo principale è quello di interrompere la trasmissione interumana. Punti chiave della strategia di controllo della diffusione del virus sono l’identificazione precoce dei casi e il loro rapido e sistematico isolamento, il puntuale tracciamento dei contatti, l’utilizzo di adeguati dispositivi di protezione individuale, riti di sepoltura condotti in sicurezza e un’adeguata comunicazione per migliorare la consapevolezza della popolazione sui fattori di rischio di infezione e delle misure preventive. Queste strategie si sono dimostrate efficaci nel controllo di precedenti focolai di Ebola e malattia di Marburg.
Come si trasmette
La maggior parte dei focolai di malattia da virus Marburg è associata alla frequentazione umana di ambienti popolati da pipistrelli come caverne e miniere, suggerendo un ruolo chiave da parte dell’animale nella trasmissione del virus. In particolare nel 2007 l’isolamento del virus in pipistrelli della specie R. aegyptiacus ha dato prova che questa specie ne costituisca uno dei principali reservoir naturali. Le dinamiche di mantenimento del virus nella popolazione reservoir non sono ancora note e non è chiaro come avvenga il passaggio all’uomo.
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