Un vibratore per fare sesso a distanza: la casa produttrice "spiava" gli utenti

Un vibratore per fare sesso a distanza: la casa produttrice "spiava" gli utenti
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NEW YORK – Se lei era a New York e lui era a Los Angeles, potevano comunque fare sesso insieme, virtualmente. Ben 100 mila persone hanno comprato il vibratore che consente ai partner di sincronizzare il massaggio intimo e comunicare via sms o video-chat durante l’incontro.


Lei e lui, tuttavia, non avrebbero mai sospettato che i loro incontri virtuali potessero essere registrati dai server della casa produttrice. Date, orari, durata degli appuntamenti, intensità della vibrazione, calore della parte corporea interessata: tutto ciò, incluso l’indirizzo di mail utilizzato dai clienti per scaricare l’app necessaria, era finito negli archivi della casa produttrice del sex-toy We-Vibe, la Standard Innovation Corp. Lo ha scoperto la scorsa estate un gruppo di hacker neozelandesi, che ha reso nota l’imbarazzante verità.

L’azienda canadese deve ora riparare ai danni fatti, e sborserà quasi quattro milioni di dollari per rimborsare i clienti che hanno acquistato il sex toy. Ai 200 mila che hanno scelto il massaggiatore nella sua forma semplice e “single”, andranno 200 dollari. Ma i 100 mila che hanno acquistato il prodotto e scaricato l’app per utilizzarlo “in un rapporto di coppia” andranno 10 mila dollari. L’azienda si è impegnata anche a distruggere il delicato materiale raccolto.

L’accordo è stato raggiunto dopo che la società è stata denunciata per danni, per aver violato la privacy e aver frodato i consumatori. Nonostante l’azienda sia canadese, la causa è stata intentata a Chicago, da due clienti americani.

Il prodotto resta tuttora in commercio, ma la Standard Innovation assicura di aver «preso sul serio la privacy dei clienti, e la sicurezza dei dati», e spiega di aver «aumentato la sicurezza della app». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino