Addio bigliettini di carta con il classico «scusate sono al ristorante», seguiti dal numero di cellulare dell'incivile di turno. La sosta in doppia fila diventa...
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L'idea è del fondatore e amministratore della startup, Marco Bianchi, che, nel gennaio del 2017, ha pagato sulla propria pelle le conseguenze di una sosta sbagliata. «Mi trovavo a Roma Nord ricorda e la mia macchina non era parcheggiata nel migliore dei modi. Una persona mi ha fisicamente aggredito». E, quindi, perché rischiare di far innervosire chi, magari, l'auto la parcheggia regolarmente? «Quando la creatività è la soluzione concreta per la realtà», si legge nel lancio social della App. Il meccanismo di funzionamento è semplice: dopo averla scaricata sul proprio cellulare, si riceverà in pochi secondi, via email, un codice Qr.
Questo andrà esposto sul proprio cruscotto ogni volta che si deciderà di parcheggiare in maniera creativa (per citare gli inventori dell'App): all'utente che vorrà far spostare l'auto, basterà inquadrare con il proprio cellulare il codice, e il proprietario del mezzo riceverà sul suo cellulare una notifica, in stile clacson. Tanti gli avvisi disponibili: da quello relativo al bimbo o cane dimenticati in auto, all'incendio in prossimità del mezzo, fino alla caduta massi o alla fuga di gas. «Nessuno parla di legalizzare i parcheggi irregolari viene sostenuto - si possono tranquillamente chiamare i vigili e aspettare che arrivino. Se invece si va di fretta e si vuole risolvere subito il problema, basta usare l'App per far spostare l'auto che è di intralcio».
Qualcosa del genere, era stato lanciato nel 2017 a Napoli: Moveng, l'aiutino tecnologico per le auto in doppia fila. «Ma noi abbiamo inserito molte altre casistiche», spiegano da Twitcar. Non solo: tradotta in 4 lingue (inglese, tedesco, francese e spagnolo), punta a sbarcare a breve anche a Milano. Sui social sono in tanti a bocciare l'iniziativa: e a suggerire che, grazie all'anonimato garantito a chi invia un avviso sonoro al proprietario dell'auto, sarà possibile anche lanciare tanti falsi allarmi all'incivile di turno. E magari a scoraggiare, per davvero, la sosta selvaggia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino