Fontana di Trevi, dietrofront della Raggi: le monetine vanno al Vicariato

La chiamano già come la contro-rivoluzione delle monetine. Gli spicci sonanti della Fontana di Trevi ora avranno la loro destinazione ufficiale senza scorciatoie,...

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La chiamano già come la contro-rivoluzione delle monetine. Gli spicci sonanti della Fontana di Trevi ora avranno la loro destinazione ufficiale senza scorciatoie, deviazioni o ingolfi. La decisione è scritta nero su bianco nell'ultima delibera di giunta capitolina. Il tesoretto di monete, non così trascurabile di quasi un milione e mezzo (raccolto ogni anno dalla vasca della fontana dopo l'ormai folkloristico rito propiziatorio del lancio da parte dei turisti) andrà direttamente agli uffici del Vicariato.



Tutto quanto, senza perderne pezzi tra gli uffici di Palazzo Senatorio. L'obiettivo è «la realizzazione di attività benefiche a carattere assistenziale e di utilità sociale». Tradotto, significa che sarà conferito alla Caritas («una prassi normale perché la Caritas è un ufficio del Vicariato», precisano dall'Istituzione).
 

Il nuovo protocollo d'intesa siglato ai primi di dicembre prevede una durata complessiva di due anni. La novità dell'accordo sta proprio nei tempi, liberando la Caritas dalla spada di Damocle delle scadenze (negli ultimi mesi si andava avanti per proroghe più brevi). Lo strappo è rientrato, la pace politica è ricucita. La guerra delle monetine era scoppiata due Natali fa, quando il Campidoglio puntava, con tanto di delibera da coup de théâtre, a rompere il tradizionale rapporto con la Caritas, e di tenersi tutto il tesoretto da impiegare in progetti umanitari e benefici.

L'idea del Campidoglio era di far rientrare il patrimonio sotto l'egida di un gruppo di lavoro che includeva la Ragioneria generale e i Dipartimenti delle politiche sociali e della cultura. Operazione che finiva per innescare solo tensioni con la Caritas, animando, meglio infervorando, fior di botta e risposta tra Campidoglio e Vaticano.

L'IMPEGNO
Uno scontro che è andato avanti per mesi, tra accordi a metà e proroghe. Fino a quando, ad inizio 2019, la sindaca Virginia Raggi ha dovuto rivedere i piani per le monetine, rassicurando ufficialmente che il tesoretto sarebbe andato anche alla Caritas per finanziare progetti umanitari. Aveva pure sottolineato che il Comune avrebbe aggiunto altri 200 mila euro per i poveri.


Un passo indietro che aveva favorito la visita di papa Francesco in Campidoglio. Ora il Campidoglio aggiunge anche la tranquillità di due anni pieni di accordo. Cedendo su tutta la linea. Nel testo si specifica che ad occuparsi puntualmente della raccolta delle monetine sarà Acea, mentre al Vicariato spettano i compiti di rilevare le monete, garantirne la sicurezza, pulirle e contarle, e di rendere pubblico sul sito web del Comune l'ammontare del ricavato.
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Il Gazzettino