Dopo 27 anni in carcere è stato liberato Zhang Yuhuan, scagionato dall'accusa di omicidio di due ragazzi. È successo in Cina, nella regione dello Jiangxi,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Subito dopo la scarcerazione, avvenuta martedì, l'uomo ha riabbracciato la madre di 83 anni e l'ex moglie. Quest'ultima, Song Xiaonyu, ha avuto due figli con Zhang prima del divorzio avvenuto 11 anni fa. La donna si è risposata, ma ha continuato ad aiutare l'ex marito nella sua battaglia legale. Ed ora, attraverso il suo avvocato, l'uomo ha chiesto un risarcimento per ingiusta detenzione.
Il calvario di Zhang iniziò nell'ottobre 1993, quando i corpi di due ragazzi furono scoperti in un bacino idrico di un villaggio a Jinxian, una contea di Nanchang, capitale dello Jiangxi. L'uomo era vicino di casa delle vittime e fu immediatamente sospettato e poi arrestato. Nel gennaio 1995, un tribunale di Nanchang lo dichiarò colpevole condannandolo a morte, ma in seguito decise di commutare la pena in ergastolo.
Zhang ha sempre detto di essere stato torturato dalla polizia durante gli interrogatori e ha continuato a sostenere la sua innocenza. La svolta a marzo 2019, quando l'alta corte ha accettato di riesaminare il caso. A luglio i pubblici ministeri provinciali hanno richiesto l'assoluzione del 52enne sulla base di prove insufficienti.
Il giudice dell'alta corte Tian Ganlin ha detto: «Dopo aver esaminato i materiali, abbiamo scoperto che non ci sono prove dirette che possano provare la condanna di Zhang. Quindi abbiamo accettato il suggerimento dei pubblici ministeri e abbiamo dichiarato Zhang innocente». L'assassino dei due ragazzi nel 1993 rimane sconosciuto. Gli osservatori affermano che la Cina sta diventando sempre più disposta ad annullare detenzioni ingiustificate, ma soltanto riguardo ai crimini non politici. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino