È una questione di colore, che piace e che attira, ma il sale rosa dell'Himalaya non ha alcuna proprietà benefica per la salute. Frutto di una sapiente...
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Un falso diventato comunque un fenomeno social. Secondo il magazine statunitense Atlantic, le foto di Instagram che hanno come hashtag #pinksalt sono più di 70 mila e sono in continua crescita, grazie anche alla spinta di chef e blogger di ogni tipo, mentre abbondano libri dedicati alle proprietà di questo antico sale asiatico e gli oggetti come le lampade. «Questo sale deve la sua colorazione a delle impurità di alcuni minerali come il ferro, lo zinco, il magnesio e il calcio e soprattutto all'ossido di ferro - spiega il ricercatore - sostanze che non sono presenti in quantità tali da apportare alcun beneficio».
Insomma non ha mezzi termini Ghiselli a bocciare un sale che non solo non è un toccasana per ritenzione idrica, ipertensione e tiroide ma, secondo l'Altantic, non viene raccolto a mano, come spesso scritto sulle confezioni bensì con macchinari e con l'aiuto di una ferrovia interna. E soprattutto non arriva dal monte più altro del mondo; la maggior parte del sale rosa proviene dalla miniera di Kewhra a 300 km a sud della catena Himalayana, in Pakistan. Quanto al giusto consumo di sale, il consiglio del ricercatore sulla base dei dato Oms, è di 5 grammi al giorno, tenendo presente che nel normale sale da cucina la percentuale di cloruro di sodio, se puro è solo bianco, è del 98%-99%.
Che il sale colorato sia un bluff non è una notizia nuova per chi ha l'hobby di raccogliere in modo amatoriale il sale marino dalle pozze naturali.
Il Gazzettino