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Una vita assolutamente sopra le righe, che anche lui riconosce. Il successo, la superbia (che gli ha salvato la vita in diverse occasioni), i tradimenti, il gioco d'azzardo e la poligamia. Pupo nei suoi 67 anni ha tenuto sempre il piede pigiato sull'acceleratore, a volte anche sbagliando e facendo soffrire le persone che gli stavano attorno. Ma è lui stesso a dire che oggi rifarebbe tutto. Enzo Ghinazzi ha sempre avuto il dono artistico, fin da piccolo si esibiva di fronte ai genitori e agli amici di famiglia nei granai.
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Pupo e il successo
«Tutti ridevano. Insomma, ero giullare per vocazione». Poi ha cominciato a suonare e poi è arrivato il successo. Gelato al Cioccolato e Su di Noi sono stati i tormentoni degli anni 70-80. Poi in realtà non ha scritto tantissime altre canzoni, Pupo che nel 2010 ha però sfiorato la vittoria di Sanremo in coppia con Emanuele Filiberto, ambiva a stare nelle metà classifica «quel posto dove nessuno ti rompe le palle, in cui stai bene. E puoi fare quello che ti pare» ma per lui le cose sono andate storte ecidentamente perché non ha mai smesso di stare sotto i riflettori.
La poligamia
È stata una vita intensa quella di Enzo. Ha avuto la passione del gioco d'azzardo e delle donne e spesso è stato inseguito dagli usurai. Da molti anni vive con la moglie (Anna) e l'amante (Patricia), situazione che molti gli invidiano. «Fanno male ad invidiarmi. È un percorso che non ho scelto io. Perché è difficile. C’è sofferenza. È troppo facile liquidarlo così. Io oggi ho 67 anni, mia moglie Anna ne ha quasi 70, Patricia ne ha 62 . Sto da 50 con la moglie, da 33 con l’amante. E lei pensa che sia stata una cosa semplice? O che io possa consigliare alle mie tre figlie o a chiunque altro un rapporto pluri-amoroso come il mio? Ma non ci penso nemmeno. Io non mi pento del mio percorso sentimentale che oggi sarebbe più semplice da affrontare. Ho avuto a che fare con due donne speciali. Non sono io lo speciale, sono loro». Racconta la sua vita Pupo al Corriere della Sera tra poligamia, carriera, debiti e tanto amore.
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I debiti
Nel 1989, quando era pieno di debiti fino al collo, si è tanto parlato poi di un tentativo di suicidio. «Sì.
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Gianni Morandi, grande amico
E nel suo percorso di vita Pupo deve molto anche alle persone che nonostante le difficoltà non lo hanno mai lasciato solo: «Gianni Morandi che, oltre ad avermi aiutato economicamente, mi ha anche spesso insultato e strapazzato sbattendomi in faccia quel che ero: un poco di buono, un delinquente perché tradivo le attese di mia madre e dei miei amici. Io, lui, il nostro commercialista Oliviero Franceschi e Gianmarco Mazzi eravamo in società. Una società che gestiva la mia attività e che oggi appartiene totalmente a me».
Ma Pupo cosa farebbe e cosa no? «Vedendo il risultato finale rifarei tutto. Sofferenze e errori compresi. A 25 anni ero miliardario. Pochi anni dopo ero indebitato per 7 miliardi. Gioco d’azzardo, investimenti sbagliati. Mi trovai in un vortice. Io son qui a raccontarla, ma è stato un miracolo. Irripetibile».
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