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Dalle modeste origini in un piccolo paese dell'entroterra savonese, Cisano Sul Neva, a uno dei nomi più influenti nel mondo delle criptovalute. La storia di Paolo Ardoino, un capitale stimato di 3,9 miliardi e tra gli uomini più ricchi d'Italia secondo l'annuale classifica di Forbes, è segnata da un'importante svolta professionale che lo ha visto lasciare un lavoro di ricerca informatica sottopagato all'Università di Genova per l'incerta, ma poi fruttuosa, avventura imprenditoriale. Oggi è amministratore delegato di Tether, azienda leader nella creazione di stablecoin, criptovalute ancorate a valori stabili di altri asset.
Al Corriere della Sera racconta: «Guadagnavo 800 euro al mese. Ricercatore informatico a contratto e sottopagato come tanti altri. E c’era pure da pregare per ogni rinnovo di assegno di ricerca.
L'incontro con Giancarlo Devasini
Devasini, laureato in Medicina e convertitosi a imprenditore tech, condivide con Ardoino una visione che porterà alla creazione di Tether, una piattaforma di stablecoin che oggi vanta una capitalizzazione di 106 miliardi di dollari. «Molti scrivono che Giancarlo è un ex chirurgo plastico. In realtà si è dedicato a fare imprese tech per 30 anni. Credo che abbia fatto davvero pochi interventi in sala operatoria. Lui è un imprenditore che ha avuto un’idea semplice ma estremamente innovativa», dichiara Ardoino. La collaborazione tra i due si intensifica nel 2014, quando Ardoino affronta Devasini con una "scomoda verità" riguardante l'inefficienza del software utilizzato da Bitfinex, spingendo verso lo sviluppo di un nuovo engine che sarà fondamentale per il successo dell'exchange e di Tether.
Le orgini
Nonostante il successo straordinario, che lo ha portato ad avere un patrimonio stimato di 3,9 miliardi di dollari, superiore a quello di noti imprenditori italiani come Luciano Benetton e John Elkann, Ardoino rimane con i piedi per terra, ricordando le umili origini. «I miei genitori lavoravano in campagna, siamo gente semplice senza grilli per la testa. È vero, più sale la capitalizzazione della società, più sale il valore delle nostre quote. Ma noi abbiamo avviato Tether nel 2014 senza uno spirito speculativo, bensì come uno strumento tecnologico-finanziario con l’obiettivo di stabilizzare gli scambi di criptovalute», afferma.
Il successo di Tether
Oggi Tether è utilizzato da 300 milioni di persone, soprattuto in paesi afflitti da instabilità economica, come l'Argentina e la Turchia, dove il sistema costituisce una vera e propria ancora di salvezza. «In pochi - spiega - anni siamo balzati da 1 a 100 miliardi di circolante con un’idea semplice che, proprio per questa sua caratteristica, è diventata una valuta anti-inflazione enormemente diffusa tra i soggetti non bancabili, che nel mondo sono quasi 3 miliardi». Il tutto senza sottrarre clienti alle banche, non interessate a correntisti fondamentalmennte poveri o «impoveriti dall'inflazione»: «Qualunque individuo, a prescindere dal suo status, può acquistare per pochi centesimi di commissioni un dollaro digitale che può poi conservare sul cellulare e spendere al valore reale senza deprezzamenti rispetto alla valuta corrente». Nel futuro, una sede a El Salvador, il primo paese al mondo dove il Bitcoin è stato dichiarato una moneta a corso legale, e in altre regioni del mondo dove l'accesso ai servizi bancari tradizionali è limitato o inesistente.
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