Long Covid, può essere rilevato dagli occhi: danno a nervi che può essere osservato nella cornea

Long Covid, può essere rilevato dagli occhi: danno a nervi che può essere osservato nella cornea
Con Long Covid ci si riferisce a una gamma di sintomi debilitanti che si protraggono per più di 4 settimane dopo che è passata la fase acuta dell'infezione e che...

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Con Long Covid ci si riferisce a una gamma di sintomi debilitanti che si protraggono per più di 4 settimane dopo che è passata la fase acuta dell'infezione e che colpiscono circa una persona su 10 che ha contratto il virus, tra cui nebbia cerebrale, mal di testa, affaticamento, perdita del gusto o dell'olfatto. Si tratta di problemi non sempre evidenti all'esterno, ma secondo un nuovo studio, il Long Covid potrebbe invece essere rilevabile negli occhi dei pazienti, sotto forma di danno ai nervi che può essere osservato nella cornea. Lo evidenzia una ricerca della Necmettin Erbakan University, in Turchia, pubblicata sul British Journal of Ophthalmology. Il danno ai nervi nella cornea può essere rilevato da una tecnica laser non invasiva chiamata microscopia confocale corneale (Ccm), che in generale viene utilizzata per identificare anomalie corneali legate a una serie di malattie, come danni ai nervi da diabete, sclerosi multipla, e fibromialgia.

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In questo caso, il team di ricerca l'ha utilizzata per vedere se riusciva a identificare il danno al nervo corneale e l'aumento delle cellule dendritiche (un tipo di cellula del sistema immunitario) in caso Long Covid. Sono stati confrontati i risultati di 40 pazienti con precedenti infezioni da Covid-19 con 30 individui sani che non avevano mai avuto la malattia. La conclusione è che la microscopia confocale corneale può essere utilizzata per aiutare a indicare il Long Covid, in quanto le scansioni corneali di un sottogruppo di partecipanti alla ricerca che aveva avuto la malattia, specificamente che aveva riportato sintomi neurologici, mostrava un maggiore danno e perdita delle fibre nervose corneali, insieme a un numero più elevato di cellule dendritiche rispetto ai partecipanti sani. 

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Il Gazzettino