Guardie Svizzere, il nuovo clip video rompe un tabù: ecco l'addestramento con le armi

«Caricare l'arma». L'ufficiale svizzero ordina ad un soldato semplice di caricare l'arma, insegnandogli come puntarla, mostrandogli le parti di cui si...

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«Caricare l'arma». L'ufficiale svizzero ordina ad un soldato semplice di caricare l'arma, insegnandogli come puntarla, mostrandogli le parti di cui si compone, e mettendolo alla prova nel poligono di tiro situato all'interno del quartier generale delle Guardie Svizzere in Vaticano, a ridosso delle mura michelangiolesche, dove ci sono la caserma, gli uffici, la palestra, la mensa e gli alloggi. Il sesto video clip sulla vita quotidiana delle Guardie Svizzere realizzato dal più piccolo esercito del mondo mostra al grande pubblico in cosa consiste garantire la sicurezza nello stato pontificio. Un breve filmato che rompe definitivamente un tabù mostrando per la prima volta gli addestramenti militari, le armi utilizzate, i sistemi a disposizione, le esercitazioni quotidiane, la disciplina adottata rigidissima. 


L'esercito è formato da 120 militari volontari e garantisce al Papa la sua sicurezza e quella del palazzo apostolico a partire dal XVI secolo. Accanto a loro, a partire dal XIX secolo ci sono anche i gendarmi, che però funzionano un po' come dei vigili urbani: a loro spetta il controllo del resto del territorio e dipendono dal Governatorato che, ultimamente, li ha ridimensionati (almeno a vedere l'ultimo testo della costituzione dello Stato dell Città del Vaticano promulgato qualche tempo fa). 

Un articolo, in particolare, ha introdotto la possibilità, di avere in futuro un responsabile proveniente da esperienze internazionali, per esempio anche un professore o un diplomatico, e non solo esclusivamente un membro del Corpo della Gendarmeria. Il testo modificato recita, infatti, che «alla direzione può essere preposto il comandante» (prima invece si leggeva che alla direzione «è preposto»). Il passaggio specifico è stato illustrato da Cesare Mirabelli, il costituzionalista che in questi anni ha lavorato al nuovo testo, come un allargamento positivo delle possibilità, per non bloccare né irrigidire la struttura in futuro.


Nella clip della Guardia Svizzera vengono intervistati il cappellano e alcuni soldati che raccontano la loro esperienza umana e professionale, a metà strada tra un percorso militare e spirituale allo stesso tempo. «Siamo militari e abbiamo cose da rispettare, ma il nostro comportamento necessita grande attenzione alle persone». Lo sforzo che in questi anni è stato fatto è di rendere il clima interno alla caserma quasi familiare dopo la decisione del Papa, agli inizi del suo pontificato, di sostituire il capo delle Guardie Svizzere perchè ritenuto troppo inflessibile e rigido verso i ragazzi. mGEWHdMbZrA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino