È come se non imparassimo mai. Il mare, con i delfini che saltavano da Genova a Cagliari e i polipi a Venezia, ci ha mostrato quanto è bello quando l’uomo non...
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Coronavirus, a Roma 38 nuovi casi. Nel Lazio 68 contagi e 3 morti: i guariti sono 88, è il dato più alto di sempre
Fase 2, dal lockdown alla convivenza con il Coronavirus
IN MARE E PER STRADA
L’allarme era arrivato già a fine febbraio quando Gary Stokes, cofondatore di OceansAsia, ripulendo le spiagge delle isole Soko, al largo di Hong Kong, si era imbattuto in un nuovo rifiuto: le mascherine. La storia si è ripetuta anche in Italia dove da giorni sui social spopolano foto di mascherine e guanti abbandonati per strada, spesso fuori dai supermercati. L’emergenza mascherine e guanti viene rilanciata da lavialibera, il sito informazione della rivista di Libera e Gruppo Abele in una inchiesta pubblicata su lavialibera.it. Così è intervenuto anche il Wwf che in un comunicato ha ricordato come i dispositivi di protezione individuale «dopo essere stati utilizzati diventano rifiuti, devono essere smaltiti correttamente per evitare che invadano le nostre strade, i nostri marciapiede e i nostri parchi».
I DATI
Una stima del Politecnico di Torino dice che per la Fase 2, in cui verranno progressivamente riavviate attività produttive e sociali, serviranno 1 miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti al mese. «Si tratta di quantitativi molto elevati che impongono un’assunzione di responsabilità da parte di chi utilizzerà questi dispositivi di protezione: bisogna che ognuno di noi faccia uno sforzo per far sì che si proceda con uno smaltimento corretto e con il minor impatto possibile sulla natura». Se anche solo l’1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente e magari disperso in natura questo si tradurrebbe in ben 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente. Considerando che il peso di ogni mascherina è di circa 4 grammi questo comporterebbe la dispersione di oltre 40mila chilogrammi di plastica in natura: uno scenario pericoloso che va disinnescato.
LA CAMPAGNA
Per questo Milano ha varato la campagna “Non gettarli a terra!” per sensibilizzare i cittadini del territorio al corretto smaltimento dei dpi (dispositivi di protezione individuale) usati per la prevenire la diffusione del coronavirus.«Così come i cittadini si sono dimostrati responsabili nel seguire le indicazioni del governo per contenere il contagio restando a casa - lancia l’appello la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi - ora è necessario che si dimostrino altrettanto responsabili nella gestione dei dispostivi di protezione individuale che vanno smaltiti correttamente e non dispersi in natura». Così il Wwf chiede alle istituzioni di predisporre opportuni raccoglitori per mascherine e guanti nei pressi dei porti dove i lavoratori saranno costretti ad usare queste protezioni per operare in sicurezza. «Ma sarebbe opportuno che raccoglitori dedicati ai dispositivi di protezione fossero istallati anche nei parchi, nelle ville e nei pressi dei supermercati: si tratterebbe di un vantaggio per la nostra salute e per quella dell’ambiente».
DOPPIO SACCO DELL’INDIFFERENZIATA
L’Istituto Superiore di Sanità ha fornito a tutti i cittadini le linee guida necessarie per smaltire correttamente i rifiuti.
Il Gazzettino