La cometa Bernardinelli-Bernstein si avvicina: è la più grande di sempre e l'ha scoperta uno studente. Traiettoria

Ha le dimensioni di un pianeta nano e permetterà di studiare l'origine dell'universo

Con un diametro di 155 chilometri e una coda che tende all'infinito, è la cometa più grande scoperta finora, un primato che ha spinto il professor Gary...

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Con un diametro di 155 chilometri e una coda che tende all'infinito, è la cometa più grande scoperta finora, un primato che ha spinto il professor Gary Bernstein, astrofisico dell'università della Pennsylvania a premiare quel giovane e brillante ricercatore brasiliano dalle origini italiane impegnato in un dottorato appunto alla Penn State University e di cui stava seguendo gli studi. Ecco allora che la cometa record è stata battezzata (Pedro) Bernardinelli-(Gary) Bernstein, oppure, per gli amici scienziati C/2014 UN271. Non è da tutti condividere con il proprio mentore una scoperta di tale portata. 

Ma la cometa in arrivo tra dieci anni nel sistema solare ha le dimensioni simili a quelle di un pianeta nano: non rappresenta un pericolo per i terrestri perché nel suo momento di massimo avvicinamento al Sole sarà comunque oltre l'orbita di Saturno, come dire un miliardo e mezzo di chilometri dalla Terra, chilometro più, chilometro meno. Fin d'ora sappiamo tuttavia che nonostante le macrodimensioni la cometa non sarà visibile a occhio nudo. 

 

Dettagli di questo prezioso relitto cosmico sono in via di pubblicazione sulla rivista The Astrophysical Journal Letters dal gruppo internazionale di ricerca guidato dagli stessi scopritori della cometa. Con i suoi 155 chilometri di diametro, la cometa era stata scambiata inizialmente per un pianeta nano quando era stata vista casualmente nel 2014, durante la grande campagna Des (Dark Energy Survey), durata anni e dedicata allo studio dell'energia oscura, ossia l'energia misteriosa che occupa il 75% dell'universo. In quella stessa campagna, pensata per studiare oggetti cosmici lontanissimi, sono stati identificati oltre 400 nuove entità che popolano la periferia più estreme del Sistema Solare, dove si trova la nube di Oort.

 

 

NOIRLab/NSF/AURA/J. da Silva (Spaceengine)

 

 

Quando è stata scoperta la cometa si trovava a 29 unità astronomiche (UA, ossia la distanza Terra-Sole, 152 milioni di chilometri) e dall'analisi della traiettoria l'oggetto proviene da almeno 40mila UA e il suo massimo avvicinamento al Sole è previsto per il 2031 a 10,97 AU, più della distanza tra Sole e Saturno.

La cometa non potrà essere visibile a occhio nudo, ma secondo i ricercatori il suo passaggio sarà un'occasione unica per studiare il passato del Sistema Solare. La Bernardinelli-Bernstein potrebbe infatti essere 'immacolatà, ossia non essersi mai avvicinata tanto al Sole, che con le sue radiazioni ne avrebbe alterato la composizione superficiale. È perciò un sorta di fossile cosmico in grado di raccontare molti dettagli delle prime fasi di formazione del Sistema Solare Si ritiene che durante il passaggio potrebbe generare un debolissimo alone di polveri (coma) che può essere studiato attraverso telescopi e spettrometri e aprire così una nuova finestra sulle origini del Sistema Solare.

Paolo Ricci Bitti

 

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Il Gazzettino