Australia, scoperto il meteorite più antico: ha quattro miliardi e mezzo di anni

Credits: Curtin University
Un meteorite risalente a più di quattro miliardi e mezzo di anni fa è stato ritrovato in Australia. La sensazionale scoperta è stata fatta da un gruppo di...

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Un meteorite risalente a più di quattro miliardi e mezzo di anni fa è stato ritrovato in Australia. La sensazionale scoperta è stata fatta da un gruppo di geologi della Curtin University nei pressi del Lago Eyre, nel profondo sud del Paese. «Questa è la roccia più antica che un uomo abbia mai tenuto tra le sue mani», hanno dichiarato soddisfatti i ricercatori, che tornati in laboratorio hanno subito cominciato ad analizzare il reperto per rispondere alle innumerevoli domande, ancora oggi senza una risposta, che riguardano la nascita del mondo e della vita sulla terra.


Il meteorite sarebbe arrivato sulla Terra alla fine dello scorso novembre, per un peso totale di 80 chilogrammi al contatto con l’atmosfera, ma è stato ritrovato soltanto la notte della vigilia di Capodanno. I ricercatori Phil Bland e Robert Howie hanno utilizzato 32 telecamere da remoto per localizzare la massa, e si sono fatti aiutare da un drone e da una guida aborigena locale per restringere ancora di più il campo di ricerca. Dopo tre giorni di sforzi, l’incredibile scoperta.

«Si tratta di una roccia più antica del nostro Pianeta – ha raccontato ai media mondiali Bland -. Probabilmente è arrivata da Marte, oppure da Giove. È una testimonianza importantissima di materiale creato durante la prima formazione del sistema solare, risalente a quasi quattro miliardi e mezzo di anni fa». Il ritrovamento è stato un vero e proprio colpo di fortuna perché il Lago Eyre, dove il meteorite è atterrato, si riempie d’acqua pochissime volte all’anno, ma quando questo succede, come si è verificato all’inizio del 2016, diventa il bacino idrico più grande dell’Australia. «Ce l’abbiamo fatta per il rotto della cuffia – ha concluso il geologo –. Se avessimo aspettato qualche ora in più tutte le nostre ricerche sarebbero state vane». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino