Angelina Jolie con i figli in Vaticano dal Papa per il film Unbroken

Angelina Jolie con i figli in Vaticano dal Papa per il film Unbroken
VATICANO - Un incontro coinvolgente tra Angelina Jolie e papa Francesco. L'attrice e regista premio Oscar, fortemente impegnata sui diritti umani, ambasciatrice dell'Alto...

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VATICANO - Un incontro coinvolgente tra Angelina Jolie e papa Francesco. L'attrice e regista premio Oscar, fortemente impegnata sui diritti umani, ambasciatrice dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, abituata al red carpet di Hollywood, ma anche ai campi profughi della Tanzania e del Sudan, era davvero emozionata nello stringere la mano di Papa Bergoglio.




Tailleur nero come si conviene in Vaticano, per quest'udienza riservata che l'ha portata a Roma per appena 24 ore, si era portata dall'America due dei sei figli, le giovani Zahara Marley Jolie-Pitt e Shiloh.



In mattinata nella casina Pio IV la proiezione riservata (non alla presenza di Francesco) di Unbroken, l'ultimo film che ha diretto la Jolie innamorandosi della storia di Louis Zamperini, l'atleta ed eroe della Seconda Guerra Mondiale sopravvissuto dopo un disastro aereo a 47 giorni su una zattera alla deriva. E all'udienza c'era anche uno dei due figli di Zamperini, Luke, che si tratterrà a Roma alcuni giorni, mentre la Jolie con le figlie già nel primo pomeriggio è ripartita da Ciampino su un volo privato per rientrare in America. Il marito Brad Pitt, diversamente da alcune indiscrezioni di queste

ore, non l'ha accompagnata.



Il film, uscito in America a Natale, distribuito da Universal, sarà nelle sale italiane dal 29 gennaio.



«È un onore essere stati invitati da papa Francesco in Vaticano. Lo immagino come tributo a un uomo di fede che ha testimoniato con la sua vita il potere del perdono e la forza dello spirito umano», ha detto l'attrice che si sarebbe riavvicinata alla religione, toccata e ispirata dalla vita del protagonista del suo film che è morto lo scorso luglio a 97 anni.



«Quando ci si trova davanti un ostacolo - ha detto - si deve accettare la sfida e cercare di non soccombere. Noi siamo soli al mondo. Non so se ci sia un nome per quello, una religione o una fede, so solo che c'è qualcosa di più grande di noi e che ci unisce ed è bello».



Louis Zamperini (interpretato da Jack O'Connell), figlio di immigrati da Castelletto di Brenzone, nel veronese, fu un atleta olimpico, un talento del mezzofondo che rappresentò gli Stati Uniti alle Olimpiadi di Berlino nel 1936. Ma la gloria degli allori durò poco. Lo spettro della guerra incombe e Zamperini, dopo essersi arruolato nell'aeronautica americana, nel 1941 viene mandato nel Pacifico.



Nel 1943 viene catturato dai giapponesi. L'ufficiale subisce ogni tipo di tortura, in particolar modo da un altro giovane ufficiale giapponese, geloso della sua forza. Mutsushiro Watanabe (Miyavi) è pronto a umiliarlo in qualsiasi modo e ad approfittare di qualsiasi pretesto per pestarlo a sangue. Quando si rifiuta di leggere un messaggio radio contro gli Stati Uniti, Watanabe lo fa prendere a pugni in faccia da tutti i prigionieri del campo. Louis subisce in silenzio, cade e si rialza finché stremato non resta a terra. Quando la fine sembra vicina ecco che gli vengono in mente le parole del fratello: «If you can take it, you can make it» (se resisti, ce la fai). E Louis resiste fino alla fine della guerra.



Al suo ritorno in patria, appena sceso dall'aereo, il suo primo gesto è quello di baciare la terra. La stessa Angelina Jolie ha descritto l'uomo come un grande personaggio, rimasto integro (Unbroken)

nonostante tutto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino