I brani di Fabrizio De Andrè diventano poesia anche in cucina. L'artefice di questo inedito adattamento dalla musica al piatto, è Claudia Di Meo, chef italiana...
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Così, Claudia, 47 anni, ha preso i brani di uno dei suoi album preferiti di De Andrè, “Non al denaro non all'amore né al cielò” e ad alcuni dei brani che lo compongono ha ispirato un menù, con un piatto per ogni canzone. «Non sono mai riuscita a rassegnarmi alla morte di Fabrizio De Andrè - racconta Claudia - e ancora oggi, ogni volta che cerco risposte le trovo nelle sue canzoni. La musica è sempre stata una parte importante della mia vita. Non è stato semplice tradurre in inglese la forza delle parole di De andrè ma l'ho fatto attraverso i piatti. Non so quanto abbiano capito gli inglesi ma hanno mangiato tutto», ride Claudia.
E non è difficile da credere scorrendo il menù e le foto dei piatti.
“Un ottico” («Vedo gli amici ancora sulla strada/Loro non hanno fretta/Rubano ancora al sonno l'allegria/All'alba un pò di notte/E poi la luce, luce che trasforma/Il mondo in un giocattolo») ha invece ispirato l'opzione vegana del menù, “The flower ring”: un anello di sedano rapa con crema acida, purea di carota, pesto di basilico e rucola, verdure sott'aceto su un'esplosione di purea di piselli. Infine a “Un giudice” («E allora la mia statura non dispensò più buonumore/A chi alla sbarra in piedi mi diceva 'Vostro Onorè/E di affidarli al boia fu un piacere del tutto mio/Prima di genuflettermi nell'ora dell'addio/Non conoscendo affatto la statura di Dio») Claudia ha associato un dessert dolce amaro come il testo del De Andrè, ispirato ad una rocciata umbra ma rovesciata, “Upside down”: un crumble di cacao amaro con pasta fritta dolce ripiena di mele, uvetta, noci e cannella, servito con crema di zabaione. «Mi piacerebbe - confessa Claudia - cucinare questi piatti una sera per Dori Ghezzi o Cristiano De Andrè. Chissà, magari se passeranno da Londra...». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino