Donna picchiata per anni dal marito: «Avrebbe voluto un figlio maschio»

Donna picchiata per anni dal marito: «Avrebbe voluto un figlio maschio»
Anni di violenze fisiche, vessazioni e abusi sessuali oltre a insulti e offese anche davanti alle figlie minorenni. Una rabbia incontrollata perché «aveva avuto due...

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Anni di violenze fisiche, vessazioni e abusi sessuali oltre a insulti e offese anche davanti alle figlie minorenni. Una rabbia incontrollata perché «aveva avuto due figlie femmine e invece voleva un maschio».

Un racconto da brividi quello che ieri mattina ha fatto una donna di nazionalità indiana ascoltata in sede di incidente probatorio dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone per cristallizzare le pesanti accuse nei confronti del marito della vittima, finito in carcere il 6 giugno scorso per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.

Nell'aula della Corte d'assise la donna ha ricostruito le decine di abusi, violenze fisiche e psicologiche da parte dell'uomo fin dal 2016, quando si erano sposati. I due vivevano a Sabaudia e il 36enne ha sottoposto la moglie a una lunga serie di vessazioni, a partire dal controllo ossessivo del suo cellulare e di ogni suo spostamento all'uso di epiteti offensivi e denigratori, fino alle aggressioni anche durante le gravidanze edavanti alle figlie minorenni.

Il marito la costringeva inoltre ad avere rapporti sessuali e di fronte a un rifiuto la picchiava con schiaffi, calci e pugni arrivando perfino a utilizzare una mazza da baseball. Poi ad aprile lei ha trovato il coraggio di rivolgersi alle forze dell'ordine e lo ha denunciato ed è stata immediatamente trasferita insieme alle figlie in una struttura protetta mentre per lui è scattata una misura di custodia cautelare in carcere dove di trova tuttora.
Gli investigatori della Squadra Mobile hanno trovato numerosi riscontri al racconto della vittima grazie alla testimonianza del fratello e all'acquisizione dei numerosi referti medici e delle foto che immortalavano le lesioni, i lividi, le contusioni dovute alle botte.

Nell'udienza in modalità protetta di ieri la vittima ha confermato davanti al gip Bortone che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare e al pubblico ministero Antonio Sgarrella ogni singolo episodio, ogni abuso e ogni violenza sessuale spiegando anche che il marito assistito dagli avvocati Luca Giudetti e Giuseppina Tenga - che lavorava come bracciante in un'azienda agricola di Sabaudia, la picchiava e la maltrattava fin dai primi anni del loro matrimonio soprattutto perché avrebbe voluto a tutti i costi un figlio maschio. La testimonianza della donna servirà a supportare l'accusa nel procedimento penale: ora sarà il pubblico ministero, che ha chiesto l'incidente probatorio, a chiudere l'inchiesta e a chiedere il rinvio a giudizio del 36enne.

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Il Gazzettino