Cent'anni a "curare" bici e moto, chiude Trevisan lo storico meccanico dei campioni

Cent'anni a "curare" bici e moto, chiude Trevisan lo storico meccanico dei campioni
C'è un altro straordinario pezzo di storia veneziana che se ne va: cento anni di lavoro e Federico Trevisan, la terza generazione della "dinastia dei Favari" (i fabbri di...

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C'è un altro straordinario pezzo di storia veneziana che se ne va: cento anni di lavoro e Federico Trevisan, la terza generazione della "dinastia dei Favari" (i fabbri di Zelarino) chiude la storica rivendita di bici e moto.


Appena prima della Grande Guerra fu il nonno Carlo, classe 1906, a intuire - primo nell'intero territorio veneziano - l'importanza di dedicarsi alle due ruote "diversificando" (parola allora sconosciuta) l'attività di famiglia, appunto quella di fabbri condotta da generazioni e da ultimo da suo padre Giovanni al Postiglione, sulla strada Castellana dove si fermavano le carovane per cambiare i cavalli.

Carlo Trevisan, el Favaro, iniziò fin da ragazzino ad aggiustare le moto che arrivavano nella bottega insegnando i rudimenti a suo figlio Giuseppe, per tutti Pino, che era nato nel 1929 e già a 10 anni era in bottega a lavorare complice anche la Seconda guerra mondiale ormai alle porte. Fu proprio il conflitto a ritardare il trasferimento della bottega nell'attuale sede, sempre in via Castellana ma vicino alla chiesa e al centro del paese: le pietre e i mattoni accatastati per finire i lavori di muratore furono infatti requisiri per realizzare rifugi antiaerei.

Non si perse però d'animo il ventenne Pino Trevisan alla fine del conflitto e ultimò i muri e l'appartamento sopra. Ecco che l'attività poteva fare il salto di qualità occupandosi anche di biciclette. Proprio a pochi metri dalla bottega viveva peraltro Toni Bevilacqua, il celebre Labron gregario di Coppi, che proprio dai "favari" acquistò la sua mitica Vespa 50 L Star. Ma fra i clienti-amici dei Trevisan c'erano anche campioni del calibro di Fiorenzo Magni, il suo gregario friulano Clerici e il mitico Ginettaccio Bartali che ha portato più volte la sua Legnago da Pino quando è stato in Veneto per le gare.

Intanto nel 1953 nasceva Federico che già dalle metà degli anni 60, mentre andava ancora a scuola, apprendeva il mestiere che ha portato fino ai giorni nostri diventando una vera istituzione per Zelarino. Pino gli è rimasto accanto fino all'ultimo. Nel 2013 - a 84 anni - è scomparso e Federico ha potuto resistere altri due anni fino alla meritata pensione. Col prossimo 31 dicembre abbasserà la saracinesca per non riaprire più "a parte gli amici che dovessero restare in panne - confessa - Anche in pensione cercherò di restare attivo".

In verità nel "settore" rimane il figlio di Federico, Daniele Trevisan, classe 1979, che ha fatto il salto di qualità ed è un apprezzato seppur giovane tecnico della Squadra Corse all'Aprilia e ha seguito molte tappe del MotoGp per l'azienda di Noale.


Un gruppo di abitanti di Zelarino Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino