Spariscono le province e si riparla di separazione Mestre-Venezia

Spariscono le province e si riparla di separazione Mestre-Venezia
Caro Gazzettino, ma il referendum sulla separazione ha ancora senso? All'indomani della decisione del Senato di approvare il disegno di legge Del Rio che vede oltre...

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Caro Gazzettino,

ma il referendum sulla separazione ha ancora senso? All'indomani della decisione del Senato di approvare il disegno di legge Del Rio che vede oltre all'abolizione della Provincia di Venezia la conseguente nascita della Città Metropolitana, ci chiediamo con coscienza se abbia senso mettere in moto una costosissima macchina organizzativa referendaria quando possiamo arrivare al medesimo risultato operando nei confronti dello Statuto metropolitano.




Con ciò non stiamo affermando che tutto debba rimanere come prima, le differenze sul territorio esistono e sono visibili, Venezia non è Mestre e soprattutto Mestre non è Marghera, ma chiedere la nascita di un altro Comune con tutti i servizi e i costi che comporta ci sembra pura follia. Basta soffermarsi ad esaminare i dati occupazionali forniti dai centri per l’impiego per vedere che la disoccupazione nel nostro Comune è cresciuta dal 2008 ad oggi del 62% senza contare l’aumento della richiesta di Cig, l’aumento del numero dei protesti, nonché la moria quotidiana di imprese, e allora a fronte del diminuito reddito pro-capite ce la sentiamo davvero di chiedere nuove tasse?



Con ciò non vogliamo difendere l’attuale Amministrazione colpevole certamente di non aver colto per tempo la percezione del cittadino sempre più isolato e ne i lamenti dei rappresentati delle Municipalità, ma come Comitato preferiamo spingere per un riassetto del territorio che ripartendo dalla nascita della Venezia Metropolitana sappia in maniera virtuosa riappropriarsi del dibattito sul decentramento amministrativo, dell’importanza dei servizi di prossimità e di spingere nel riconoscimento della sussidiarietà fra enti, temi troppo frettolosamente abbandonati.



Diventa quindi centrale riprendere in mano la bozza di Statuto della Città Metropolitana e misurare all'interno di questo strumento i diversi punti di vista, le diverse istanze che pervengono dai territori e ragionare sulle possibili nuove aggregazioni urbane perseguendo l’obiettivo primario di mettere sul tavolo tutte quelle “economie di scala” che permettano di abbassare i costi gestionali tipici della proliferazione dei comuni e dell' annessa strutturazione organizzativa. Come Comitato spingeremo perché il Comune inizi da subito questa importante fase di ridisegno del territorio aprendo un percorso partecipato che includa e non escluda il cittadino nella costruzione della Città Metropolitana, perseguendo l’obiettivo primario di rimettere al centro il benessere diffuso e se un referendum dovrà essere fatto Noi lo proporremo alla fine del percorso a conferma della bontà dello Statuto Metropolitano come accade in molti paesi partner europei.



Alvise Ferialdi


Presidente comitato Marghera municipio metropolitano Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino