L'uso smodato di parole straniere e la moda che stravolge i significati

L'uso smodato di parole straniere e la moda che stravolge i significati
Caro Gazzettino, sappiamo tutti che spesso la lingua italiana è "violentata" da parole straniere spessissimo usate...

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Caro Gazzettino,


sappiamo tutti che spesso la lingua italiana è "violentata" da parole straniere spessissimo usate inutilmente dato che ci sono equivalenti e semplici termini italiani (spending review-revisione della spesa, privacy-riservatezza, authority-autorità ecc.), oppure termini latini quali "summit", "media", "junior" pronunciati all'americana ovvero "sammit", "midia" e "giunior".



Siccome la nostra lingua non è "trendy" (mi adeguo...) e non è "fichissima" non è il caso di usarla. E fin qui potremmo anche starci dato che siamo nell’era della globalizzazione, ma quando sento ormai consuetamente usare l'avverbio "piuttosto" non come deve essere usato e cioè con funzione di "anzichè" ma invece sostituendo soprattutto la congiunzione "e" (quando si dice "vorrei un'auto piuttosto che una moto" dovrebbe significare che si vuole un'auto e non una moto), ma oggi il "piuttosto" è inteso sempre più che si vogliono l'una e l'altra: anche questo perchè è di moda. Sinceramente devo sperare che le lingue ufficiali diventino i dialetti, ognuno ha il suo...



Gianluca Verzulli

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Il Gazzettino