Non solo i precari, i veri problemi della scuola sono altri

Non solo i precari, i veri problemi della scuola sono altri
Il documento governativo "La buona scuola", il Disegno di Legge presentato al Parlamento, le discussioni e proteste che ne sono seguite in sede sindacale, giornalistica ecc....

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Il documento governativo "La buona scuola", il Disegno di Legge presentato al Parlamento, le discussioni e proteste che ne sono seguite in sede sindacale, giornalistica ecc. trattano indubbiamente di problemi della scuola: sistemazione di precari, spese per l'ammodernamento digitale e informatico, messa in sicurezza di edifici... tutti, ripeto, problemi della scuola, ma che, mi permetto di affermare, non sono i (sottolineo "i") problemi della scuola, che né in quei due testi, né nel successivo dibattito vengono neppure sfiorati.


E questi problemi veri si riconducono a due ordini, cui ne consegue, almeno in parte, un terzo. Primo. La scuola ormai vigente, e a maggior ragione quella verso cui si vuole procedere corrisponde ancora a quella non descritta, ma certamente sottintesa dalla Costituzione? La scuola è ancora una istituzione della Repubblica, o è ormai solo un servizio? Il sistema scolastico, ormai frantumato dalla cosiddetta autonomia - che si vorrebbe potenziare - è compatibile con quanto è inteso dalla Costituzione, garantendo la validità dei titoli di studio sull'intero territorio nazionale? Un alunno che si trasferisce e nella nuova scuola trova che vengono trattati argomenti del tutto diversi, come potrà inserirsi? Secondo. Che cosa dà la scuola? Dà ancora una formazione al futuro cittadino, italiano, europeo, del mondo di domani? O si propone di dare solo (sta a vedere se poi le dà) "conoscenze, competenze, abilità"? E queste tre esauriscono la funzione della scuola, o essa deve dare qualche cosa di più? E a dare questo qualche cosa bastano lezioni di Legalità, o di Affettività, magari seguite da relative verifiche e test?

La "tristezza e noia" che molti ragazzi traggono dalla scuola non sono determinate proprio dal fatto che ormai da tempo manca qualche cosa? Poesia, bellezza sentimenti, amore per il sapere e via dicendo sono stati estromessi dalla scuola ad opera di un freddo tecnicismo pedagogico o, per ben che vada, da uno studio puramente culturale. E alla noia seguono di necessità i comportamenti di cui purtroppo sono troppo piene le cronache. Terzo. Questo duplice abbassamento e impoverimento della scuola, aggiungendosi ad altre problematiche sociali e di costume emerse da epoca recente, ha certamente contribuito ad abbassarne la considerazione da parte delle famiglie, portando a quella sostanziale rottura - di cui invero qualcuno parla - del "patto" tra insegnanti e genitori, con l'"alleanza" tra questi ultimi e i figli contro i docenti, donde le contrapposizioni anche violente, le denunce, i ricorsi ai TAR ecc. Il non affrontare in alcuna sede o dibattito tali problemi, assolutamente assenti anche dalle stesse proteste e rivendicazioni degli insegnanti, non può che rendere improduttivo qualunque altro intervento lasciando, col passar del tempo, ulteriormente incancrenire la situazione.



Filippo Franciosi

insegnante

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Il Gazzettino