Io, volontaria, tra le macerie del Tornado: «Lo Stato siamo noi»

Io, volontaria, tra le macerie del Tornado: «Lo Stato siamo noi»
Non sono solita a scrivere, anzi, a parte condividere qualche "cagata" o qualche foto, non sono una che esternalizza più di tanto i propri sentimenti qui su Facebook, ma oggi...

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Non sono solita a scrivere, anzi, a parte condividere qualche "cagata" o qualche foto, non sono una che esternalizza più di tanto i propri sentimenti qui su Facebook, ma oggi non ce la faccio, è più forte di me.


Mille pensieri mi passano per la testa... Sì, da quel maledetto mercoledì, quel mercoledì che il destino ha voluto portare quello stramaledetto tornado nel nostro paese. Quel mercoledì dove centinaia di persone hanno perso tutto o quasi...

Il giovedì seguente nonostante il "non abbiamo bisogno della pc" ho deciso di partire, andare lì e vedere con i miei occhi, prendo la macchina e vado verso una meta a me sconosciuta, non conosco nessuno, non ho avuto nessun danno io personalmente, ma parto, qualcosa dentro di me dice che devo andare lì. Mi dirigo verso la Riviera.

Un senso di malessere e di disperazione mi pervade. Non c'è più niente... Uno scenario apocalittico, un silenzio agghiacciante... Fermo la macchina. Vedo 20 ragazzi giovanissimi, che probabilmente hanno avuto il mio stesso pensiero, sono lì, con i primi attrezzi che hanno trovato. Hanno iniziato a sgomberare le case (o ciò che rimane) dalle macerie.

È scuro si è fatta sera inoltrata.. Si torna a casa.. Ma la mente rimane lì. Mille domande ai mille perché. Torniamo con la luce, si capisce che la situazione è decisamente peggiore. Le facce di chi ha perso tutto. Di chi ancora non se ne rende conto.

Andiamo avanti... Loro hanno bisogno di noi... Hanno bisogno anche solo di una parola di conforto, hanno bisogno di vedere e sentire che non sono soli...

La voce si sparge nonostante la poca informazione dei mass media che classificano l'accaduto come ventata o tromba d'aria! È un tornado, un fottutissimo f4!! Sabato. Il miracolo. Centinaia di persone. Arrivano da tutta la regione. Chi con pala, guanti, camion, escavatori, rastrelli e chi più ne ha più ne metta... Si crea una macchina da guerra. Ognuno ha un compito, rubare un sorriso e ridare dignità a chi non ha più nulla.

Da qui ognuno in linea di massima si chiamerà "Ehi tu", si perché siamo talmente tanti che è difficile ricordasi il nome. Inizia una vera e propria complicità, si lavora da soli, in gruppo, ci si aiuta, si alzano macchine, si accumulano macerie. Si fa tutto ciò che si può fare... Nell'aria non si sente più solo la disperazione, ma si sente un'energia positiva senza eguali!!!

Il lavoro non è ancora finito, tante persone hanno ancora bisogno di noi, non devono sentirsi soli. Aiutiamoli, con ogni mezzo, inneschiamo una raccolta fondi in ogni angolo della città, aiutiamoli a ripartire.. Noi siamo lo Stato!

Abbiamo dimostrato che nessuno ci può fermare, siamo come la fenice, rinasceremo dalle ceneri!!!

Un grazie infinite a chi c'era, chi c'è e chi ci sarà!! L'unione fa la forza, e noi l'abbiamo dimostrato!!!



Giada Corrao (una volontaria "clandestina") Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino