Con la famiglia alla partita Hellas Verona-Juventus, tifoseria folle: «Ho assistito a scene delle quali mi sono vergognata»

Con la famiglia alla partita Hellas Verona-Juventus, tifoseria folle: «Ho assistito a scene delle quali mi sono vergognata»
Sabato sera io, mia sorella ed il mio fidanzato abbiamo portato mio padre e mia madre allo stadio dopo 15 anni e siamo stati a vedere Hellas Verona-Juventus.  ...

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Sabato sera io, mia sorella ed il mio fidanzato abbiamo portato mio padre e mia madre allo stadio dopo 15 anni e siamo stati a vedere Hellas Verona-Juventus. 


Frequentiamo da sempre gli stadi italiani, noi più giovani con continuità: io in prima persona diverse volte Udine, Trieste, Bologna, Ferrara, Torino, Milano ed anche Verona (ma sempre con il Chievo) ed il mio fidanzato molti di più, essendo stato anche per anni arbitro AIA. Data quindi anche l'esperienza non mi ritengo una sprovveduta e mi permetto di segnalarvi con estrema preoccupazione l'allarmante situazione in cui ho trovato la tifoseria di casa.

Già all'arrivo davanti allo stadio sono rimasta sbigottita dalle orde di 20enni (e non solo) che si avvicinavano minacciando mio padre, un tranquillo 68enne, solo perché indossava una sciarpa bianco nera, con ingiurie e un contatto fisico al limite del consentito. Nascosti quindi per prudenza i simboli della nostra fede calcistica, la situazione non è migliorata all'ingresso (difficoltoso, pieno di irregolarità e scorrettezze e al limite del rissoso) nello stadio in tribuna ovest. 

Mi sono vergognata nell'assistere agli insulti ed alle aggressioni verbali che per 45 minuti sono state perpetrate a due bambini col papà perché colpevoli di sedere in tribuna col cappellino di Ronaldo accanto ad un tifoso doc del Verona. Non solo il soggetto in questione, che ha visto l'intera partita disturbando la visione in posizione irregolare e bestemmiando, non è mai stato allontanato, ma si è dovuto proporre al nucleo familiare prima di essere eventualmente spostato e poi di essere scortato fuori a fine partita per la propria incolumità. 

Tralasciamo l'impossibilità di vedere una partita e tifare la propria squadra apertamente con la gioia e la tranquillità di seguire uno sport come il calcio, che dovrebbe unire ed in un mondo normale essere a misura dei sogni dei bambini: qui si va oltre. Tensione, minacce, sensazione di essere in pericolo, insulti razzisti usati come articoli qualunque come il peggiore appellativo per qualsiasi giocatore. 

Dispiace perché siamo Veneti e tale condotta intrisa di razzismo, misoginia e violenza verbale e fisica squalifica una città ricca di storia e cultura come Verona, una perla del nordest che meriterebbe ben altre recensioni, da me e dai (pochissimi, due, in quella sede) propri cittadini che ci hanno espresso solidarietà per queste scene di inciviltà ed imbarbarimento che, hanno confermato, allo stadio Bentegodi non sono nuove. 


Sono sicura che Verona ed i tifosi dell'Hellas non siano solo quello che ho visto sabato. Proprio per questo mi auguro che si comincino a prendere dei provveddimenti per liberare gli stadi dalla piaga della violenza invece di continuare a far finta di non vedere che questa strada non ci porterà alla ricchezza ma alla fine del bel calcio che conosciamo. É bello vedere i bambini che ridono e piangono per le vittorie e le sconfitte della propria squadra del cuore, é bello che anche ragazze e persone anziane possano godere di un momento ricco di energia come quello dello stadio durante una partita di calcio, "lo sport più bello del mondo": rendiamolo possibile.

Camilla
Venezia Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino