Fuga dei cervelli, ma è chi resta in Italia ad avere più coraggio

Fuga dei cervelli, ma è chi resta in Italia ad avere più coraggio
L'opinione generale è quella per cui ormai in Italia i giovani non hanno più nulla da fare, per loro non ci sono opportunità nè occasioni di vera...

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L'opinione generale è quella per cui ormai in Italia i giovani non hanno più nulla da fare, per loro non ci sono opportunità nè occasioni di vera crescita. Quindi il giovane intelligente e volenteroso scappa all'estero appena può, per cercare una fortuna che qui non potrebbe più trovare. Il giovane scansafatiche invece resta nel suo Paese a piangersi addosso, vittima di un sistema che non funziona e senza la voglia di rimboccarsi le maniche, a casetta con mamma e papà. Nulla di più sbagliato e nulla di più pericoloso.


Personalmente, ritengo che questo tipo di pensiero appartenga a chi preferisce restare in superficie, senza guardare alla fonte del problema. A mio avviso, invece, è proprio chi scappa all'estero ad avere meno coraggio, a cercare la via più semplice per raggiungere un bello stipendio a tre zeri, perché ormai quello che conta è la necessità di essere per forza qualcuno, misurata in base alla capacità di guadagno, per permettersi tutto ciò che ha un prezzo, dimenticando quei valori che invece non costano nulla. Incentivare i nuovi giovani a cercare lavoro all'estero significa piegarsi alla volontà di un sistema che preferisce l'ignoranza e la superficialità, per avere un popolo più facilmente governabile e manipolabile. È invece la consapevolezza, l'opinione personale, la determinazione e a volte anche la passione a renderci uomini liberi, anche a casa nostra, senza dover tanto scappare. Personalmente, conosco le lingue e potrei partire domani alla ricerca di un bel lavoro oltre confine, ma se devo rimboccarmi le maniche preferisco farlo nel mio Paese, dove sarà anche più difficile e più rischioso, ma se fallirò almeno ci avrò provato. 


Non voglio rischiare di farmi manipolare, vivendo nelle consolidate convinzioni altrui, e pretendo da me stessa di continuare a inseguire le mie passioni, senza consentire a nessuno di indurmi a mollare, neanche di fronte a tre zeri di stipendio, una bella casa e una macchina di marca. Attualmente, mi ritrovo a lavorare e studiare per poter raggiungere i miei obiettivi, a fare i conti con la stanchezza ma anche con il sorriso della sera prima di dormire. Di sicuro però continuo a lottare dove sono nata.

Selena Marchiori Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino