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Dopo attenta meditazione, mi permetto alcune considerazioni su un tema probabilmente più grande di me. Mi riferisco al prolungato e tendenzioso digiuno del signor Cospito e del 41bis. Parto da una banale constatazione. Adolf Hitler non uccise mai personalmente un prigioniero, né organizzò l'attuazione dello sterminio da lui immaginato. Egli pensò le uccisioni di massa, delegò a un gruppo di "esperti" l'organizzazione delle stesse e questi le resero possibili grazie ad esecutori materiali. In definitiva la capacità ideativa del Fuhrer fu ben superiore alla capacità progettuale ed esecutiva dei suoi sottoposti poiché senza questa le altre sarebbero state impossibili. Analogamente il capo mafia o il leader terrorista sono in grado di mobilitare adepti e/o affiliati per perseguire i loro scopi criminali senza parteciparvi direttamente. Il 41bis non è un sistema detentivo fine a se stesso ma funzionale a impedire al carcerato di comunicare con i suoi seguaci e organizzare ulteriori atti delittuosi. Un sistema che, tra l'altro, ha favorito il "pentitismo": è impensabile, infatti, che un individuo collabori con la giustizia se teme che il mafioso o il terrorista organizzi dal carcere rappresaglie contro di lui o contro la sua famiglia. Non è logico pensare di indebolire un sistema che ha avuto enormi risultati (la mafia stragista è stata di fatto decapitata) solo perchè un individuo pluripregiudicato attua uno sciopero della fame programmato da tempo (il signore di cui si parla è ingrassato sino a 120 kg prima di attuare il suo piano). Tra l'altro il protagonista di questa vicenda è stato graziato nel 1991 e come ringraziamento per la generosità dello Stato ha attuato un attentato sparando alle spalle ad un individuo la cui unica "colpa" era fare un lavoro sgradito al nostro terrorista.
Lorenzo Martini
Stanghella (Padova) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino