Come ogni anno, torniamo a riflettere nell’anniversario della strage di Capaci che simboleggia tutte le morti ingiuste dovute alla brutalità della...
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‘La mafia non è invincibile – ci ha insegnato Falcone -, ma è qualcosa di terribilmente serio e grave che si può vincere non pretendendo l’eroismo dei cittadini ma impegnando tutte le forze migliori della società’. Ecco, più che mai chiediamo che ogni ora di ogni giorno di ogni mese dell’anno si metta in pratica questo insegnamento, perché non debbano più esserci martiri, eroi che vengono riconosciuti tali solo dopo che perdono la vita o la salute, come purtroppo accaduto fin qui, al prezzo del dolore eterno delle loro Famiglie. Vittime di un’immaturità, di una superficialità, di un erroneo dare per scontato che a difenderci ci sono altri e non verranno mai meno. La responsabilità delle condizioni di vita di questa nostra società è di tutti, nessuno escluso, meglio lo capiremo e prima noi di Fervicredo dovremo smettere di lottare per il rispetto, l’appoggio, la solidarietà dovuta a chi ha speso tutto per gli altri”.
Come Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere) rendo omaggio alle Vittime della strage di Capaci, il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e gli Agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, assassinati dalla mafia nella tragica strage di Capaci, il 23 maggio del 1992.
Forse nel giorno in cui tanti si riempiono la bocca di tributi alla memoria delle Vittime di Capaci, gioverà ricordare pubblicamente che solo un anno fa uno dei Poliziotti sopravvissuti di Capaci, Angelo Corbo, dopo una battaglia lunga 24 anni si è visto finalmente attribuire lo status di Vittima del terrorismo, ancora inspiegabilmente più vantaggioso rispetto a quello di Vittima della criminalità, che pure è stato fin dal principio riconosciuto alle Vittime che facevano capo al Ministero della Giustizia, e quindi i giudici Falcone e Morvillo e conseguentemente le loro famiglie, nonché l’autista giudiziario dei coniugi. Mentre restarono esclusi dal trattamento più favorevole le Vittime che facevano capo al Ministero dell’Interno, e quindi i Poliziotti di scorta e le loro Famiglie. Un dettaglio? Niente affatto. Perché la vicinanza, la solidarietà, il rispetto, passano per queste cose. Cose reali e concrete con cui gli Appartenenti al Comparto Sicurezza e Difesa e le loro famiglie fanno i conti tutti i giorni, specialmente chi, purtroppo, ancora si trova a patire le spese del servizio sulla propria pelle”.
Mirko Schio
Fervicredo onlus - Marghera Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino