La "Casa del soldato" per creare un ambiente sereno fra un assalto e l'altro

La "Casa del soldato" per creare un ambiente sereno fra un assalto e l'altro
Già nell'aprile dell'anno 1917 il flusso dei militari di passaggio in città era notevolmente aumentato e i pubblici esercizi bassanesi, assuefatti a servire la clientela di...

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Già nell'aprile dell'anno 1917 il flusso dei militari di passaggio in città era notevolmente aumentato e i pubblici esercizi bassanesi, assuefatti a servire la clientela di tutti i giorni, si videro caricati di un notevole lavoro: in modo particolare le osterie e le trattorie dove i soldati andavano sì a rifocillarsi, ma anche cercavano un posto tranquillo in cui poter scrivere alle famiglie lontane e rilassarsi fra un assalto e l'altro. Si pensò, quindi, di creare un ambiente in cui i militari avrebbero potuto trascorrere alcune ore in serenità. La struttura era stata individuata nella centrale via Umberto I° (ora via Matteotti), di fronte al Municipio, dopo i portici di sinistra salendo verso il Duomo; lì c'erano dei locali già della Società Cattolica Operaia, poi occupati dai profughi dell'altopiano, quindi dalle autorità militari diventando, alla fine, cinema Grotta Azzurra. Per interessamento di padre Semeria, attraverso il deputato bassanese on. Roberti, vennero svincolati i locali e messi a disposizione del comitato, appositamente sorto, per creare un ritrovo che chiamarono la Casa del Soldato. L'ambiente era composto da un salone ampio e spazioso che fungeva da sala di lettura, ove si poteva trovare l'occorrente per scrivere (carta da lettere, buste, cartoline ecc.) messo gratuitamente a disposizione dei militari, compresa la cassetta per l'impostazione. Per quanto riguarda questo speciale servizio di posta, riservato ai combattenti, era stata istituita una franchigia per cui, le spese di tutta la corrispondenza proveniente da zona di guerra, erano a carico del destinatario. La stampa dell'epoca riferisce che: «In fondo al salone c'è un proiettore per il cinematografo che rallegrerà parecchie volte la settimana i soldati». Nello stesso salone era stato portato un pianoforte ed alcuni strumenti a disposizione di tutti per rallegrare festini ed effettuare concerti. Non poteva mancare «un elegante buffet ove, a prezzo di costo, i soldati potevano trovare: vino, caffè liquori eccetera». Un'altra comoda sala era fornita di biliardino giochi di carte, scacchi, dama ed altri giochi da tavolo; nel cortile interno verso via Z. Bricito, inoltre, era stato creato un piccolo gioco di bocce. All'inaugurazione, avvenuta alle ore 18 di martedì 10 giugno 1917, con tanto di orchestrina bassanese diretta dal m. Bevilacqua, il presidente del comitato organizzatore Agostino Zanchetta, nel discorso ufficiale, si scusava con i Signori Ufficiali e Soldati, per il ritardo con il quale era stato messo a punto "questa Casa per i valorosi difensori della Patria".

Per informare i soldati, che rientravano dalla prima linea dell'esistenza di questo ritrovo, erano stati posti nelle strade di accesso alla città, alcuni striscioni ben visibili ed uno all'inizio di via Umberto Primo, così da guidare coloro che avessero avuto intenzione di frequentarlo.
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Il Gazzettino