BERGAMO C'è la firma dell'assassino sul corpo di Yara. E' il suo dna trovato dove solo chi ha compiuto il delitto poteva lasciarlo: in quattordici punti della traccia...
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DNA LASCIATO DA CHI HA UCCISO La deposizione di Lago, centrale sul ruolo di Bossetti quale presunto assassino, ha provocato le prime scintille della giornata tra la pm Letizia Ruggeri e i difensori del carpentiere di Mapello. Per gli avvocati Paolo Camporini e Claudio Salvagni le dichiarazioni dell'ufficiale sarebbero inutilizzabili poiché, non avendo firmato la relazione scientifica del ris depositata alla Procura, può riferire unicamente sulle attività da lui direttamente compiute.
"Non c'è nessuna norma che sancisce questa inutilizzabilità - ha replicato il pm Ruggeri - Il ris ha compiuto oltre 16 mila accertamenti ed è impossibile che il colonnello Lago abbia partecipato a tutti". I giudici, presieduti da Antonella Bertoja, hanno risolto il confronto spiegando che "il colonnello, come comandante del ris, aveva il controllo del lavoro dei suoi uomini che, se necessario, potranno essere sentiti sui singoli accertamenti". L'ufficiale ha approfondito tutte le analisi svolte: sul giubbino, sulla maglietta azzurra, sul reggiseno, sui calzini, sulle scarpe e sugli slip.
E ha tratto una convinzione: "E' del tutto inverosimile e improbabile una deposizione del dna sul corpo di Yara al di fuori del contesto". Che significa: per posizione e quantità del dna trovato, il codice genetico di Ignoto 1 non può essere stato trasportato, ma sarebbe stato trasferito sul corpo della vittima nelle fasi drammatiche dell'omicidio.
LE TRACCE SUGLI SLIP Tra i reperti esaminati, sono stati gli slip ha fornire gli elementi più interessanti. "Presentano un taglio in posizione latero-posteriore destra. E' un taglio netto, non uno strappo o il morso di un animale", riferisce Lago. Ma soprattutto hanno una traccia che ha fornito esiti decisivi: in quattordici punti il dna di Yara è mischiato a un codice genetico maschile. In otto casi è prevalente quello della ragazzina, in cinque quello dell'uomo. "E' un profilo riferibile a una persona di sesso maschile e sempre uguale a se stesso. Ed è quello che abbiamo convenzionalmente denominato Ignoto 1", afferma il colonnello. Sulla manica del giubbotto invece è stato isolato del dna femminile diverso da quello della vittima: è di Silvia Brena, l'istruttrice di ginnastica ritmica del centro sportivo di Brembate, la cui posizione insieme a quella del fratello è stata al centro dell'attenzione degli inquirenti e poi ritenuta estranea alla scomparsa della ragazzina.
MINACCE AL PM Massimo Bossetti, come sempre presente in aula, segue attento la relazione di Lago e quando i passaggi si fanno più complessi chiede spiegazioni a Marzo Capra, genetista forense e consulente della difesa che si è occupato anche del giallo di Garlasco.
Il Gazzettino