OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
«Ma in tutto ciò il marocchino che chiedeva l'elemosina è affogato?» e via di faccina che ride: le conversazioni delle chat di giunta, pubblicate oggi sui social, hanno riacceso la polemica nei confronti dell'amministrazione locale di Voghera, dopo la tempesta che si era scatenata alla morte lo scorso 20 luglio di Youns El Boussettaoui, 39 anni, marocchino, ucciso in piazza, dopo una colluttazione, da un colpo esploso dalla pistola dall'allora assessore alla sicurezza Massimo Adriatici (poi dimessosi dall'incarico e indagato dalla Procura di Pavia per eccesso colposo di legittima difesa).
Voghera, i legali dell'assessore pronti a ricorrere al Riesame: «Non può sparare ancora»
Voghera, messaggi choc nella chat di gruppo della giunta comunale
I dialoghi via chat pubblicati oggi si riferiscono allo scorso 12 marzo. L'argomento è sempre quello dei migranti. In un messaggio il sindaco Paola Garlaschelli chiede «Ma in tutto ciò il marocchino che chiedeva elemosina è annegato?», senza spiegare a chi e a cosa si stesse riferendo. Un'affermazione seguita da alcuni meme con risate e sorrisi. L'assessore Giancarlo Gabba, già al centro di numerosi attacchi per una sua frase in una conversazione del 26 giugno sulla chat sempre sulla questione immigrazione («Finchè non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio!»), lo scorso 12 marzo aveva scritto «Purtroppo ormai non bastano più i nostri vigili! Ci vuole ben altro!»: un'affermazione accompagnata dall'immagine stilizzata di una bomba.
Il sindaco Garlaschelli, dopo la prima diffusione dei dialoghi via whatsapp, ha definito «riprovevole» il commento dell'assessore Gabba, che però è rimasto al suo posto in giunta.
«Non sentiamo alcun bisogno di ribadire la nostra assoluta lontananza da qualsiasi forma di razzismo, intolleranza, violenza» ha aggiunto ribadendo l'impegno «nel lavoro che stiamo portando avanti per una città inclusiva, accogliente, attenta ai bisogni delle persone più fragili».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino