Virus sconosciuto individuato in antichi resti umani. «Potrebbe essere causa del tumore al seno»

Un virus umano sconosciuto individuato in resti umani dell'Età del Rame e del Rinascimento. La scoperta, frutto di una ricerca coordinata da Generoso Bevilacqua,...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
49,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
4,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
99,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un virus umano sconosciuto individuato in resti umani dell'Età del Rame e del Rinascimento. La scoperta, frutto di una ricerca coordinata da Generoso Bevilacqua, già professore di anatomia patologica dell'Università di Pisa, è stata pubblicata sulla rivista Aging. Secondo lo studio il virus è possibile causa del cancro mammario umano. La ricerca, si spiega dall'Ateneo pisano, ha analizzato i resti di 36 individui vissuti fra il 2700 a.C. e il XVII secolo d.C. trovando in sei di essi tracce molecolari di un betaretrovirus molto simile all'Mmtv (Mouse Mammary Tumor Virus), agente causale dei tumori mammari del topo. Bevilacqua, persuaso dell'esistenza di un virus umano simile, ha dedicato gli ultimi quindici anni della sua attività di ricerca per individuarlo.


LEGGI ANCHE Analisi del sangue riconosce 5 tumori con 4 anni d'anticipo: tecnica innovativa dagli Usa

 
Una prima conferma dell'esistenza era arrivata da uno studio condotto da Bevilacqua 5 anni fa sulla saliva umana: un betaretrovirus simile al Mmtv è stato identificato nel 10% di donne e uomini sani e nel 60% delle pazienti con cancro mammario. «La lista dei tumori umani a origine virale è alquanto lunga - sottolinea Bevilacqua -. Per questo l'idea che anche i tumori della mammella possano farne parte non è affatto peregrina». Il passo successivo è stato ipotizzare che il virus esistesse già nei tempi antichi e da qui l'idea di cercarlo nel tartaro dei denti, che è un prodotto della saliva e che ha una composizione tale da preservare in modo ottimale i microorganismi presenti nella bocca e i loro acidi nucleici in particolare.


«Lo studio pubblicato su Aging suggerisce inoltre in qual modo l'Mmtv murino abbia potuto trasferirsi nella specie umana - conclude Bevilacqua - è ormai noto che i virus animali possono passare all'uomo mediante un "salto di specie", che in genere si verifica in ambienti e periodi di stretta coabitazione fra animali e persone, come all'inizio della diffusione dell'agricoltura avvenuta circa 10mila anni fa nella cosiddetta "mezzaluna fertile", il vasto territorio che va dalla Mesopotamia alla valle e al delta del Nilo. Qui l'abbondanza di vegetali rappresentò un ambiente particolarmente favorevole per i topi, e non solo, dando inizio alla loro coabitazione con l'uomo, in un ambiente di forte promiscuità». «La scoperta del primo betaretrovirus umano, candidato ad essere la causa del cancro della mammella nella donna, apre alla possibilità di un vaccino, come è accaduto per l'Hpv e il cancro del collo dell'utero», conclude l'Ateneo.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino