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Oggi il gup di Messina l'ha condannato a 7 anni di reclusione per violenza sessuale e produzione e diffusione di materiale pedopornografico. Arrestato un anno fa, dopo qualche mese è stato messo ai domiciliari in un centro di cura per persone affette da disturbi sessuali. Intanto il Csm l'ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e ha aperto un procedimento disciplinare che potrebbe chiudersi con la radiazione.
L'inchiesta che ha portato al processo, celebrato in abbreviato, è stata coordinata dal procuratore di Messina Maurizio De Lucia e dell'aggiunto Giovannella Scaminaci. Il reato contestato al magistrato è il 600-Ter del codice penale che punisce chi sfrutta minorenni per realizzare esibizioni pornografiche o produrre materiale pornografico. Il reato fu commesso a Messina, città d'origine di Amato.
Al momento dell'arresto il giudice era in servizio alla sezione penale della Corte d'appello di Reggio Calabria. In precedenza era stato alla sezione civile. Trascorsi i dieci anni, era passato al penale dove ha fatto parte anche di collegi di Corte d'assise e della sezione misure di prevenzione. Nel 2009, quando lavorava come giudice a Messina, Gaetano Amato subì un procedimento del Csm per un ritardo nel deposito di alcune sentenze. Nella contestazione si rilevava come ci fossero troppi provvedimenti del magistrato presentati oltre i termini.
A Palazzo dei Marescialli lo avevano dichiarato colpevole e sanzionato con un'ammonizione.
Il Gazzettino