Villa Inferno a Bologna, escort e coca ai festini. La testimone: «C'era anche un frate»

Nei guai un noto imprenditore. Le indagini dopo la denuncia di una testimone che dice: "Io minacciata"

Villa Inferno a Bologna, escort e coca ai festini. La testimone: «C'era anche un frate»
Ci sono imprenditori, sportivi, calciatori, e anche un frate, nell'inchiesta bolognese Villa Inferno. Dai verbali di interrogatorio dell'indagine su cocaina e...

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Ci sono imprenditori, sportivi, calciatori, e anche un frate, nell'inchiesta bolognese Villa Inferno. Dai verbali di interrogatorio dell'indagine su cocaina e prostituzione, coordinata dal pubblico ministero Stefano Dambruoso, emergono ogni giorno nuovi particolari. Il nome del religioso compare negli atti, ma è il primo di una lunga serie di persone coinvolte nei festini, sui quali stanno svolgendo accertamenti i carabinieri del Nucleo investigativo. Si sta anche allungando l'elenco dei reati che vengono contestati ai protagonisti principali della vicenda: non solo spaccio e favoreggiamento della prostituzione per il giro di festini a base di sesso a pagamento e consumo di cocaina, ma anche - a carico di un noto imprenditore 46enne, organizzatore di serate -, la possibilità che debba dare spiegazioni sulla morte per arresto cardiaco di uno sportivo bolognese. Il suo nome, infatti, è emerso nell'inchiesta che riguarda il decesso avvenuto qualche anno fa, per il quale si sta procedendo per spaccio e morte in conseguenza di altro reato.

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L'indagato poche settimane fa ha avvicinato in un ristorante del centro la testimone che ha fatto partire l'inchiesta, la minorenne che ha raccontato cosa accadeva durante quelle feste della Bologna bene. Aveva in mano i verbali di interrogatorio nei quali lei lo accusa di essere al centro del giro, e glieli ha sventolati sotto il naso. Su quei fogli è ricostruita la rete di imprenditori, professionisti, qualche sportivo, un notaio, un ex carabiniere, gli indirizzi di ville, e figura anche il nome dell'amico, uno stilista, che sta cenando con lei. Secondo quanto la ragazza ha poi riferito ai carabinieri qualche ora dopo, il 46enne le avrebbe detto: «Inutile che mi saluti, adesso entra...Ti spaccherei una bottiglia in testa». «Avvicinandosi al gestore del locale mi insultava riferendogli il fatto che ho raccontato tutto ai carabinieri - ha messo per iscritto lei in una nuova denuncia -. Il gestore del locale mi consigliava di uscire».
Gli inquirenti hanno già effettuato i primi controlli e hanno trovato i riscontri, senza contare che, nei confronti dell'uomo, si ipotizza anche il reato di intralcio alla giustizia, visto che era in possesso di atti che non avrebbe dovuto avere. «La mia cliente vuole sapere come mai le sue dichiarazioni, a indagini ancora aperte, siano finite in mano all'uomo che ha accusato. Adesso è terrorizzata», si interroga l'avvocato Barbara Iannuccelli.


LA RICOSTRUZIONE
La ricostruzione della testimone è stata riscontrata grazie a intercettazioni e testimonianze che avrebbero evidenziato il ruolo dell'indagato: facoltosi frequentatori delle serate in un locale alla periferia di Bologna, prenotano un tavolo e gli chiedono di mettere a disposizione escort e cocaina. Anche le ragazze hanno confermato il racconto, così come testimoniato del resto da bonifici a molti zeri trovati sui conti correnti anche se - hanno spiegato - i soldi restano a loro e non vanno all'organizzatore delle serate. Il profitto per lui, secondo il pm Dambruoso, consisterebbe nella frequentazione delle sue serate da parte dei facoltosi ospiti in cerca di sesso e sballo.


Nel frattempo, in tanti, si chiedono chi sia il frate che partecipava ai festini. Il suo nome viene collegato all'imprenditore che vive nel cuore del centro storico. La testimone ha fornito diversi particolari su di lui: «Ha avuto una storia di sesso con...(e ha fatto nome e cognome)», e «ha partecipato a tante feste in ville e case». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino