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La scelta dipenderà dalle indicazioni che il Presidente riceverà informalmente dai partiti: se tiene il centrodestra e la Lega non scarica Silvio Berlusconi, l’incaricato sarà Salvini. Se invece il capo leghista dovesse abbandonare il Cavaliere al proprio destino, sarà Di Maio a tentare la formazione del nuovo esecutivo basato sull’asse M5S-Lega. A questo punto, vista l’urgenza di dare un governo al Paese, sembra tramontare l’ipotesi di un mandato esplorativo alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, o all’omologo della Camera Roberto Fico. Difficile anche che l’esplorazione venga affidata al leghista Giancarlo Giorgetti gradito al Pd: i dem, nonostante qualche mossa di avvicinamento, restano ancora nel congelatore.
Cresce invece l’opzione, in caso di perdurare dello stallo, di un “governo del presidente”, o “di emergenza” guidato da una figura terza, indipendente e autorevole, mandato dal capo dello Stato a raccogliere voti in Parlamento delle forze “più responsabili”. Un epilogo che fa venire l’orticaria a Di Maio e Salvini, ma che potrebbe andare avanti anche senza il sì di Lega e 5Stelle: il nuovo governo, pur non avendo ottenuto la fiducia, potrebbe traghettare il Paese (dopo aver cambiato la legge elettorale e fatta la manovra di bilancio) fino alla primavera del 2019. Fino alle elezioni Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino