Condannati, anche se con pene lievi - rispettivamente diciotto e dieci mesi di reclusione - i due presunti «corvi», monsignor Lucio Vallejo Balda e Francesca...
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Su questi ultimi, dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, la Corte presieduta da Giuseppe Dalla Torre ha dichiarato la non competenza giurisdizionale da parte del Tribunale vaticano, essendo le azioni compiute in Italia e non essendo Nuzzi e Fittipaldi pubblici ufficiale della Santa Sede. Per togliere anche ogni dubbio sull'atteggiamento delle autorità pontificie verso il diritto di cronaca, nella sentenza, pronunciata «in nome di Sua Santità papa Francesco», è stata espressamente «rilevata la sussistenza, radicata e garantita dal diritto divino, della libertà di manifestazione del pensiero e della libertà di stampa nell'ordinamento giuridico vaticano». Una risposta anche questa a chi, nel corso di questi mesi, ha aspramente contestato quello del Vaticano come un attacco al diritto-dovere di informare da parte dei giornalisti. «Oggi è una giornata storica, non solo per noi cronisti ma anche per questo piccolo Stato perché siamo stati assolti», ha commentato a caldo Gianluigi Nuzzi. «Penso che il Vaticano sia stato coraggioso», ha detto l'altro giornalista Emiliano Fittipaldi: «questo è stato un processo kafkiano per quanto riguarda l'accusa, la sua conclusione secondo me è stata positiva, il Vaticano ha fatto un passo avanti». A parte il loro proscioglimento, decretato senza entrare nel merito delle accuse, il Tribunale ha inoltre assolto mons. Vallejo, la Chaouqui e Maio dall'associazione a delinquere «per non aver commesso il fatto».
Maio assolto anche dal concorso e dall'istigazione (pur non contestata nel capo d'accusa) nella divulgazione di documenti «per non aver commesso il fatto».
Il Gazzettino