OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
La variante inglese del Covid è più contagiosa dal 30% al 50% rispetto ad altre varianti in circolazione, sostiene il gruppo di esperti britannico del New and emerging respiratory virus threats advisory group che assiste il governo nella gestione della pandemia. E in Italia, sul totale dei casi positivi al virus, il 17,8% è dovuto a questa mutazione, secondo l'Istituto superiore di sanità e il ministero della Salute. Una percentuale che è del 20-25% in Francia e del 30% in Germania. Quindi, sempre tra i casi positivi in Italia, circa uno su cinque deriva dalla variante inglese che è soltanto una delle tre in circolazione nel nostro Paese, con la brasiliana e la sudafricana, anche se al momento sembra prevalere decisamente sulle altre.
Varianti Covid, allarme di Galli: «Ho il reparto invaso, a breve avremo problemi più seri»
Covid, Oms: «A Wuhan maxi diffusione del virus a dicembre 2019, c'erano già 13 varianti»
I tipi di variante
In tutti e tre i tipi di variante, che prendono il nome dal luogo dove sono state osservate per la prima volta, «il virus presenta delle mutazioni sulla cosiddetta proteina “spike”, che è quella con cui “si attacca” alla cellula», fa sapere l'Istituto superiore di sanità.
In questo momento molti ricercatori sono al lavoro in tutto il mondo per capire se farmaci e vaccini funzionano al meglio anche contro le varianti. L'Istituto superiore di sanità ricorda che «i vaccini sembrano essere pienamente efficaci sulla variante inglese, mentre per quella sudafricana e quella brasiliana potrebbe esserci una diminuzione nell’efficacia». Per quanto riguarda i farmaci, invece, «non ci sono ancora evidenze definitive in un senso o nell’altro; tuttavia alcuni articoli preliminari indicano che alcuni anticorpi monoclonali attualmente in sviluppo potrebbero perdere efficacia». Resta il fatto che i vaccini possono essere modificati per renderli sempre più capaci di contrastare le mutazioni che via via si presentano. Si stanno infatti studiando «richiami vaccinali per migliorare la protezione contro le future varianti».
Molti si chiedono se le mutazioni del virus colpiscono in modo particolare i più piccoli. Ma sempre secondo l'Iss «fino a questo momento le varianti più preoccupanti non sembrano causare sintomi più gravi in nessuna fascia di età. La malattia si presenta con le stesse caratteristiche e i sintomi sono gli stessi di tutte le altre varianti del virus. In termini di trasmissibilità la variante inglese manifesta un aumento per tutte le fasce di età, compresi i bambini». E anche le misure di protezione non cambiano: «Uso delle mascherine, distanziamento sociale, igiene delle mani». Anzi, visto che le mutazioni sono più contagiose, è richiesto un surplus di attenzione. «La possibilità di venire in contatto con una variante deve indurre particolare prudenza e adesione stretta alle misure di protezione», conclude l'Iss.
Varianti Covid, allarme di Galli: «Ho il reparto invaso, a breve avremo problemi più seri»
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino