Il percorso di guarigione da una comunità si era interrotto con una fuga. Una fuga durata poco più di ventiquattro ore. Il giorno dopo è stata ritrovata morta...
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Per il pm Fabio Santoni il decesso, era l'8 maggio del 2014, sarebbe stato causato dal quarantacinquenne romano, che l'aveva incontrata a Termini e poi ospitata in casa sua a Prati.
Per Valeria era un periodo difficilissimo, tre meso prima era morto il padre, mio marito». La ragazza, invece, lascia tutto in comunità e scappa. Raggiunge Termini dove conosce Terzulli. Chiede di essere ospitata. «Domani riparto per la Puglia», gli avrebbe detto. Il mattino dopo l'uomo la ritrova morta, scende in strada e grida aiuto. Verrà indagato dopo dieci mesi, rinviato a giudizio dopo tre anni. L'uomo ha sempre respinto le accuse. «Non l'ho offerto io il metadone. Lo ha assunto a mia insaputa». Per la procura una giustificazione per allontanare i sospetti. La ragazza, che aveva completato il percorso di disintossicazione, è stata esposta a una overdose che l'ha stroncata. In casa dell'uomo (che viveva con la madre anziana e disabile), in Prati, gli investigatori avevano trovato più flaconi di metadone, alcuni vuoti. Ad uccidere la minorenne sarebbe stata una dose di 45 microgrammi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino