Valditara: «Evviva l'umiliazione, fattore di crescita fondamentale e nella costruzione della personalità»

Il ministro ha detto che è dall'umiliazione che può nascere il riscatto

Umiliarsi come fattore di crescita. Questa è la frase espressa in un ragionamento sulla responsabilità dei ragazzi, pronunciata dal ministro dell'Istruzione...

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Umiliarsi come fattore di crescita. Questa è la frase espressa in un ragionamento sulla responsabilità dei ragazzi, pronunciata dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. Il suo pensiero, a distanza di tre giorni, è risultato dirompente. Ma perché? Quel che ha detto sta facendo molto discutere: come può qualcuno crescere se lo umili? Leggiamo cosa ha detto il ministro Valditara.

Le sue parole sono state pronunciate durante l'incontro Italia-Direzione Nord,  l'evento organizzato al Palazzo delle Stelline di Milano, lo stesso nel quale il ministro ha proposto i lavori socialmente utili per gli alunni violenti in classe. Contro gli episodi di violenza in classe serve trovare una soluzione «anche prevedendo forme diverse di sanzioni nei confronti di quegli studenti che non hanno capacità di rispettare le regole: una cosa che mi è sempre parsa molto utile sono i lavori socialmente utili», aveva detto Valditara. Aveva parlato anche di agire sui 'neet' (i giovani che non studiano e non lavorano) «Lancerò una proposta nei prossimi aggiorni affinché questi ragazzi assolvano quantomeno a un obbligo formativo

Mentre parlava dei lavori socialmente utili il ministro ha anche detto: «Soltanto lavorando per la collettività, umiliandosi anche, evviva l'umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità, di fronte ai suoi compagni, è lì che si prende la responsabilità dei propri atti e fa lavori per la collettività. Da lì nasce il riscatto». 

Spronare, rimproverare, redarguire. Mettere davanti alle proprie responsabilità l'adolescente che ha sbagliato perché capisca di aver sbagliato, perché non inneschi la ripetizione di un errore in futuro. Certo, umiliazione è un termine forte. Ed è parente di altre parole che descrivono altri stati d'animo che fanno scattare (potrebbero far scattare, dovrebbero far scattare) un cambiamento: la vergogna, la contrizione, la mortificazione, l'avvilimento. 

Ma al di là dei sinonimi e delle sfumature, quella parola - umiliazione - ha sollevato proteste e malumori, e il ministro è stato investito da critiche e accuse di repressione. «L'umiliazione non ha nulla a che fare con l'educazione, svolgere mansioni umili per la collettività non è un'umiliazione. E Valditara non dovrebbe essere Ministro dell'Istruzione», ha detto la deputata dem Rachele Scarpa.  

 

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Il Gazzettino