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Evitare che ci si ammali di Covid-19 e proteggere chi corre il rischio maggiore di contrarre la malattia nella forma più grave: al momento è questo obiettivo della vaccinazione, così come è noto che il vaccino agisce per gradi e che la sua piena efficacia si raggiunge solo una settimana dalla seconda dose. Non si sa ancora, invece, se la vaccinazione protegga dall'infezione ed è per questo che per tutta la durata della campagna vaccinale bisognerà continuare ad adottare ogni precauzione. «L'efficacia del 95% riscontrata dagli studi clinici si riferisce a una settimana dopo la seconda dose. Il massimo della protezione si ha, quindi, dopo questo periodo», efficacia prevista è intorno al 95%.
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Il caso della dottoressa di Siracusa
Per questo motivo, rileva Salmaso, «un'infezione identificata a distanza di sei giorni dalla prima dose di vaccino non è un fallimento né un caso di inefficacia vaccinale» (come il caso della dottoressa di Siracusa, leggere qui l'articolo). L'efficacia, prosegue l'esperta, «è calcolata sulle forme cliniche manifeste e al momento non abbiamo dati sufficienti per capire se la vaccinazione impedisce l'infezione, né sappiamo se chi è vaccinato può contagiarsi né se, in caso di infezione, sia contagioso». Sono risposte che arriveranno senz'altro con il tempo. «Al momento sappiamo che il vaccino protegge dalla malattia e aiuta a prevenire i casi severi, che richiedono un ricovero o che rischiano un esito fatale». L'obiettivo attuale non è quindi bloccare la circolazione del virus ed è per questo motivo, conclude Salmaso, che «in questa fase iniziale della campagna di vaccinazione è molto importante non abbandonare le cautele».
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Il Gazzettino