Claudio Pinti, untore Hiv, condannato a 16 anni e 8 mesi: «Uccise volontariamente la moglie»

Sedici anni e otto mesi di carcere per aver contagiato consapevolmente la compagna, poi morta nel 2017, e poi aver trasmesso il virus dell'Hiv all'ex fidanzata. È...

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Sedici anni e otto mesi di carcere per aver contagiato consapevolmente la compagna, poi morta nel 2017, e poi aver trasmesso il virus dell'Hiv all'ex fidanzata. È la pena inflitta dal gup di Ancona Paola Moscaroli, con rito abbreviato, a Claudio Pinti, 35enne ex autotrasportatore di Ancona, riconosciuto colpevole di omicidio volontario e di lesioni volontarie gravissime. Fu l'ex fidanzata 40enne di Ancona, dopo la scoperta di essere stata infettata, a denunciare l'imputato con cui aveva avuto una relazione. Seguirono indagini e l'arresto da parte della Squadra Mobile nel giugno 2018. Pinti, detenuto a Rebibbia, e da qualche giorno uscito dall'ospedale di Viterbo dov'era ricoverato, era in aula scortato dalla Penitenziaria. 


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Ha sempre sostenuto che l'Aids non esiste e rifiutato cure specifiche per la malattia. «Mi ha defraudata della libertà di scelta e ingannata sul suo stato di salute», si era sfogata con i poliziotti l'autrice della denuncia dopo il responso di sieropositività ricevuto dagli Ospedali Riuniti di Ancona. Timori ancora maggiori di diffusione del contagio c'erano stati quando il 35enne aveva raccontato agli agenti di aver avuto circa 200 rapporti sessuali, anche non protetti, con donne e uomini provenienti da tutta Italia, contattati su chat e social network. Tanto da spingere allora la Questura di Ancona a diffondere il nome e la foto dell'arrestato per mettere in guardia persone che avessero avuto rapporti con Pinti e denunciare. Le indagini e la mancanza di denunce - forse dovuta per qualcuno alla paura di esporsi - sembrerebbero aver scongiurato un contagio più ampio come quello provocato da Valentino Talluto, il romano condannato a 24 anni di carcere per aver infettato con l'Hiv almeno 30 partner. Per l'ex autotrasportatore la Procura di Ancona - i pm Irene Bilotta e Marco Pucilli - avevano chiesto una condanna a 18 anni di reclusione. Il gup ha accolto la tesi accusatoria sulla sussistenza di omicidio volontario e lesioni ma ha irrogato una pena più lieve: la motivazione verrà depositata entro 90 giorni. La difesa - avv. Alessandra Tatò e Andra Tassi - ha contestato i risultati delle perizie e dei test che inchiodano Pinti e valuterà il ricorso in appello. Il giudice ha riconosciuto alle parti civili complessivamente 525mila euro di provvisionali di risarcimento ma la quantificazione del danno dovrà essere fatta in sede civile: in tutto sono stati chiesti oltre 7,5 milioni di euro. Intanto il tribunale ha concesso 50mila sia all'ex fidanzata, sia al figlio di lei e ad entrambi i suoi genitori. Ai familiari della compagna deceduta di Pinti - la figlioletta avuta da lui, il padre e la madre dalla donna - il gup ha assegnato 100mila euro a testa di provvisionale, oltre a 25mila euro alla sorella. In aula l'imputato, apparentemente impassibile e con un ghigno sorridente, avrebbe voluto rendere dichiarazioni spontanee e presentare una memoria integrativa. Il gup, in sede di repliche, non lo ha consentito e ha emesso il verdetto.​ Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino