Il 9 maggio le unioni civili approderanno in Aula alla Camera per il voto finale e il ddl sarà, come voleva il Pd, identico a quello uscito dal Senato. «Molto bene....
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Il capitolo delle unioni civili, nonostante ormai sia prossimo a chiudersi - il voto è previsto entro il 12 maggio - continua a creare più di un malumore dentro e fuori le Camere. E l'eventuale decisione di mettere la fiducia, se da un lato blinderà il testo anche dal punto di vista dei tempi, dall'altro rischia di esacerbare ulteriormente gli animi. «La fiducia è un atto di forza, non voterò a favore», sottolinea Gian Luigi Gigli di Cd laddove in Ap è Alessandro Pagano ad essere in prima linea tra gli oppositori. Anzi, in dissenso dal suo partito il deputato centrista annuncia il "no" al provvedimento con o senza fiducia, ipotizzando un 'niet' anche al referendum sulle riforme. Referendum che, come già accadde dopo l'ok del Senato, torna ad essere nel mirino del del Comitato "Difendiamo i nostri figli", promotore del Family Day. «Mettere la fiducia è scandaloso, ce ne ricorderemo» in autunno, è l'avvertimento del presidente Massimo Gandolfini. Lo scontro frontale registrato al Senato nella maggioranza e nel Pd sembra invece ormai superato. Ap, nel merito del ddl, si dice totalmente d'accordo visto che, con lo stralcio della stepchild adoption, «la nostra battaglia l'abbiamo vinta».
E anche il Pd plaude, nella sua stragrande maggioranza, all'ok al testo in Commissione.
Il Gazzettino