«Subbito, ci vediamo là. Ar palo daa morte, ar solito posto». Il tam tam è iniziato di prima mattina e così l'evento che non...
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Una liturgia per omaggiare Enzo (e non Renzo, eh) e Sergio. "Un sacco bello" il film da cui è tratta la scena scorre sui cellulari di chi, costretto ad agosto in città, non ha perso il sorriso e ha reso omaggio ad uno dei film cult degli anni '80. Oggi il palo della morte (traliccio dell'alta tensione) non c'è più. Il viale è alberato, ma i palazzi sono gli stessi di 37 anni fa. Nel film Enzo dà appuntamento a Sergio per farsi spiegare i dubbi sul viaggio che hanno organizzato a Cracovia. Il dialogo è surreale. In tanti sono arrivati all'appuntamento preparati, qualcuno aveva portato le calze a rete dimenticando però le penne biro. Nessun problema, «pe' quelle stamo in tempo fino a Borzano» lo tranquillizza qualcun'altro. Perché nella liturgia verdoniana le citazioni sono fondamentali e soprattutto parte integrante dei discorsi quotidiani. E così capita che un autista dell'Atac, divertito dalle tante persone presenti si sporga dal finestrino partecipando alla celebrazione: «Ma 'n crisi de che?» urla. Immediata la risposta di uno dei presenti: «Va a pià a valigia va». Risate.
Il ferragosto ha avuto la sua benedizione e in attesa del famoso amico di Martucci ecco la risposta di Carlo Verdone: «Grazie per la devozione verso quel piccolo grande film! Vi voglio bene e mi fate provare una certa commozione. Una macchina nera passerà. Chiudete gli occhi.... E immaginate che Enzo il bullo sia dentro e sfreccia non si sa verso dove...». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino